Il caso Alfieri: la richiesta di non intubazione e i misteriosi accessi notturni

Il ricordo commosso del dottor Alfieri: gli ultimi anni di Benedetto XVI
Il coordinatore dell'equipe medica del Gemelli rivela dettagli inediti sull'ultimo ricovero di Papa Benedetto XVI, sottolineando la lucidità e la fermezza delle sue volontà.“Un uomo di straordinaria lucidità, anche negli ultimi momenti”. Così il dottor Alfieri, coordinatore dell'equipe medica che ha assistito Papa Benedetto XVI durante il suo ultimo ricovero presso il Policlinico Gemelli di Roma, descrive il Pontefice emerito. In un'intervista rilasciata oggi, Alfieri ha condiviso dettagli toccanti sugli ultimi anni di vita di Ratzinger, evidenziando la sua consapevolezza e il suo desiderio di affrontare la malattia con dignità.
“Durante il ricovero, Sua Santità ci espresse chiaramente la sua volontà di evitare qualsiasi accanimento terapeutico”, ha rivelato Alfieri. “Ci chiese di non essere intubato, dimostrando una grande serenità e accettazione di fronte alla sua condizione. Era una decisione meditata, presa con piena consapevolezza”.
Il dottor Alfieri ha poi condiviso un aneddoto che svela un lato più intimo e umano di Benedetto XVI: “Ricordo i suoi blitz notturni in cucina. Spesso si alzava di notte, quasi di nascosto, per prepararsi una tisana o una semplice bevanda calda. Era un momento di raccoglimento, un piccolo rituale che gli dava conforto”.
Questi ricordi, intrisi di affetto e rispetto, dipingono un ritratto intimo e toccante di Joseph Ratzinger, non solo come figura religiosa di grande spessore, ma anche come uomo fragile e profondamente umano, capace di affrontare la fine della sua vita con dignità e consapevolezza. Le parole del dottor Alfieri ci offrono uno spaccato prezioso della sua umanità, un’eredità spirituale che va oltre il suo ruolo di Papa.
La testimonianza del dottor Alfieri non solo arricchisce la comprensione degli ultimi giorni di Benedetto XVI, ma offre anche una riflessione importante sul tema delicato delle cure palliative e del fine vita, confermando la necessità di rispettare le volontà espresse dai pazienti in momenti così cruciali. La sua lucidità e fermezza, persino di fronte alla morte, rimangono un esempio di dignità e coraggio.
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