Violenza negli stadi: 600 aggressioni ai danni degli arbitri.

Violenza negli Sport Giovanili: Un'emergenza inaccettabile
Numeri allarmanti segnano la stagione sportiva in corso, con un crescendo di aggressioni e minacce nei confronti di arbitri e direttori di gara, anche giovanissimi. L'ultimo episodio, di una gravità inaudita, ha visto protagonista una diciassettenne direttrice di gara vicino a Terni, alla quale un accompagnatore ha rivolto un augurio di morte, citando esplicitamente il tragico caso di Ilaria Sula.
Si tratta di un episodio che, purtroppo, non è isolato. Secondo le ultime rilevazioni, oltre seicento aggressioni sono state registrate in questa sola stagione. Un dato che dovrebbe far riflettere profondamente su quanto sia pericolosa e inaccettabile la deriva di violenza che sta investendo il mondo dello sport giovanile. Non si tratta solo di insulti o di proteste veementi, ma di vere e proprie aggressioni fisiche, di minacce di morte, di intimidazioni che mettono a rischio l'incolumità di chi, con passione e impegno, si dedica all'attività arbitrale.
La giovane direttrice di gara di Terni, come tanti suoi colleghi, si trova a dover affrontare quotidianamente un clima di crescente tensione e aggressività. La sua esperienza evidenzia la necessità di un intervento immediato e deciso da parte delle istituzioni sportive e delle forze dell'ordine. Non possiamo tollerare che giovani ragazzi e ragazze, che dedicano il loro tempo libero a un'attività così importante per la crescita personale e sociale, vengano sottoposti a questo tipo di trattamento. È necessario un cambio di rotta, un impegno collettivo per contrastare la cultura della violenza e promuovere il rispetto delle regole e delle persone.
Cosa si può fare? Innanzitutto, intensificare i controlli negli impianti sportivi, garantire una maggiore presenza di forze dell'ordine e promuovere campagne di sensibilizzazione rivolte a genitori, allenatori e atleti. È fondamentale educare al rispetto, alla correttezza e alla sportività, promuovendo una cultura dello sport che metta al centro il valore umano e non solo il risultato agonistico. La Federazione Italiana Giuoco Calcio, insieme alle altre federazioni sportive, deve assumere un ruolo di primo piano, adottando misure concrete ed efficaci per contrastare la violenza negli sport giovanili e tutelare la sicurezza di chi lavora per garantire il regolare svolgimento delle gare.
L'episodio di Terni è un grido d'allarme che non possiamo ignorare. È giunto il momento di agire con determinazione per garantire che lo sport giovanile torni ad essere un luogo di crescita, di divertimento e di condivisione, libero dalla violenza e dalle minacce.
È necessario un cambiamento radicale di mentalità per sconfiggere questa piaga che sta minando alla base la passione per lo sport.
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