Il terremoto in Myanmar: un paragone con Palermo e Monaco

Bangkok Trema, L'Allarme di Doglioni: "Costruire in Zone a Rischio è un Errore Globale"
Il presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Carlo Doglioni, si è detto sorpreso dai danni causati dai recenti crolli a Bangkok, a oltre 1300 chilometri dall'epicentro del terremoto che ha colpito il Myanmar. "È un evento che dimostra come la vulnerabilità sismica non si limiti alle aree immediatamente colpite", ha dichiarato Doglioni in un'intervista rilasciata oggi. "Si continua a costruire in zone a rischio, a Bangkok come in molte altre città del mondo, anche in Italia. È una pratica pericolosa che dobbiamo contrastare con maggiore determinazione".
La metafora di Doglioni è forte ed efficace: "Immaginate un terremoto a Palermo che provoca devastazioni a Monaco di Baviera", ha spiegato. "Questa è la portata del problema. Le onde sismiche viaggiano a grandi distanze e possono causare danni anche in aree apparentemente lontane dall'epicentro, soprattutto se la costruzione non rispetta le normative antisismiche."
Doglioni sottolinea l'importanza di una pianificazione urbana più attenta e di controlli più rigorosi sulle costruzioni in zone a rischio sismico. "Non possiamo permetterci di ripetere gli errori del passato", afferma con fermezza. "Occorre investire nella prevenzione, nella formazione e nella ricerca per migliorare la sicurezza delle nostre città. Non si tratta solo di edifici, ma anche di infrastrutture, come strade e ponti. "
L'esperto dell'INGV ricorda che anche in Italia, nonostante la presenza di una normativa antisismica, si verificano ancora crolli in caso di eventi sismici. "La consapevolezza del rischio sismico deve essere maggiore, sia tra i cittadini che tra i progettisti e le autorità. Dobbiamo imparare dalle esperienze internazionali, come quella di Bangkok, per migliorare la nostra capacità di prevenzione e protezione."
L'appello di Doglioni è chiaro: è necessario un cambiamento di approccio globale nella gestione del rischio sismico, che vada oltre i confini nazionali e coinvolga la comunità internazionale nella condivisione di conoscenze e buone pratiche. Solo così sarà possibile ridurre il rischio di tragedie come quelle che si sono verificate a Bangkok e che potrebbero ripetersi anche altrove.
Il presidente dell'INGV conclude l'intervista con un invito all'ottimismo, pur nella gravità della situazione: "Con la conoscenza, la tecnologia e la volontà politica, possiamo costruire un futuro più sicuro per le nostre comunità".
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