Il corpo orrore: un'attualità (anche) femminista

Il Corpo in Rivolta: Il Body Horror, un Genere Attuale e Femminista
Da Cronenberg a "The Substance", un viaggio nell'orrore che ci riflette.Il cinema di genere, sempre attento a riflettere le ansie di un'epoca, sta vivendo un ritorno di fiamma del body horror. Non si tratta solo di mostri e alieni, ma di una profonda esplorazione della condizione umana, del corpo come campo di battaglia tra interiorità e esteriorità, tra natura e artificio. Film come "The Substance", uscito quest'anno, ne sono una potente testimonianza, riproponendo temi cari a maestri del genere come David Cronenberg, ma con una chiave di lettura contemporanea, e, a nostro avviso, decisamente femminista.
Il body horror classico, quello di Cronenberg appunto, si caratterizzava per la trasformazione fisica del corpo, spesso legata a malattie, mutazioni o invasioni aliene. Si pensi a capolavori come "La Mosca" o "Videodrome", dove il corpo diventa la metafora di una società in dissoluzione, di una tecnologia pervasiva che altera la nostra stessa essenza.
Ma il body horror del 2023 va oltre. "The Substance", ad esempio, non si limita a rappresentare la mutazione fisica, ma indaga il trauma, la violenza e il controllo esercitati sul corpo femminile. La pellicola, con la sua estetica visivamente disturbante, non è solo un'opera di puro shock, ma un'analisi critica del modo in cui la società patriarcale regolamenta, controlla e spesso violenta il corpo delle donne.
Questa nuova ondata di body horror non è fine a se stessa. Non è solo spettacolo di effetti speciali, ma un potente strumento per affrontare temi sociali complessi: la violenza sessuale, la maternità forzata, l'alienazione del corpo femminile nella società contemporanea. Attraverso immagini forti e disturbanti, questi film ci costringono a confrontarci con aspetti oscuri della nostra realtà, sollevando importanti questioni sul potere, il controllo e l'autonomia del corpo.
La scelta di rappresentare la sofferenza fisica come una metafora della sofferenza psicologica e sociale è ciò che rende questo genere così attuale e potente. Il corpo diventa un palcoscenico dove si combatte la battaglia per l'autodeterminazione, per il riconoscimento del trauma e per la liberazione dal controllo. E in questo senso, il body horror, più che mai nel 2023, si rivela un genere profondamente femminista.
Il ritorno di questo genere non è quindi un semplice revival, ma la dimostrazione di quanto la sua forza espressiva sia ancora attuale e necessaria, capace di stimolare riflessioni e dibattiti cruciali su temi che ci riguardano tutti. Il corpo, in fin dei conti, è il nostro primo e più importante spazio di resistenza.
(