16 minuti di silenzio: Novi Sad, un ricordo che non si spegne.

16 minuti di silenzio: Novi Sad, un ricordo che non si spegne.

Serbia: Morte dell'ultimo ragazzo vittima del crollo di Novi Sad, la protesta continua

L'eco del tragico crollo della tettoia esterna della stazione di Novi Sad, avvenuto cinque mesi fa, continua a risuonare in Serbia.
Ieri si è spento l'ultimo dei sedici giovani rimasti feriti nell'incidente, dopo una lunga e sofferta agonia. La sua morte ha riacceso la fiamma della protesta contro il Presidente Aleksandar Vučić, già accesa dalle immediata reazione pubblica al crollo.
Ogni giorno, alle 11:52, ora precisa in cui si verificò la tragedia, gli studenti serbi bloccano il traffico in diverse città del paese. Una protesta silenziosa ma potente, che dura 16 minuti, tanti quanti i giovani rimasti vittime.
La mobilitazione popolare è ampia e trasversale. Non si tratta solo di studenti, ma di un vasto movimento che coinvolge cittadini di ogni età e estrazione sociale, uniti nel chiedere giustizia e trasparenza sull'accaduto. Intorno agli studenti si è raccolta una folla di persone, determinata a far sentire la propria voce.
"Sedici vite spezzate, sedici minuti di silenzio", si legge su molti striscioni esposti durante le proteste. Le immagini diffuse sui social media mostrano la determinazione dei manifestanti, il loro dolore e la loro indignazione.
La tragedia di Novi Sad ha scosso profondamente la Serbia, sollevando interrogativi sulla sicurezza delle infrastrutture pubbliche e sulla gestione della crisi da parte delle autorità. La morte dell'ultimo ragazzo rappresenta un nuovo, doloroso capitolo in questa vicenda, che continua a tenere banco nel dibattito politico e sociale del paese.
La richiesta principale dei manifestanti rimane quella di un'inchiesta indipendente e approfondita per accertare le responsabilità del crollo e per impedire che tragedie simili si ripetano in futuro. La pressione sul governo è forte e la situazione rimane estremamente tesa.
L'impegno civile in risposta a questa tragedia dimostra la vitalità della società civile serba e la sua capacità di mobilitarsi per difendere i propri diritti e chiedere conto ai responsabili. Il futuro della Serbia potrebbe dipendere proprio dalla capacità di dare risposte adeguate alle richieste del popolo e di affrontare con trasparenza e coraggio questa profonda ferita nazionale.
La solidarietà internazionale si è già espressa in diverse occasioni, sottolineando la necessità di giustizia e di un'approfondita indagine sull'accaduto. La speranza è che questa tragedia possa servire da monito per migliorare la sicurezza delle infrastrutture e per rafforzare la trasparenza nell'amministrazione pubblica.

(22-03-2025 20:27)