Sud Italia, il tallone d'Achille delle nuove tariffe: Giorgetti parla di "armi economiche".

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Dazi: il Sud Italia più esposto, avverte la Cgia di Mestre

L'introduzione di nuove tariffe doganali potrebbe colpire duramente le regioni italiane con un'elevata dipendenza dall'export e una bassa diversificazione produttiva. È questo l'allarme lanciato dalla Cgia di Mestre, che individua nel Mezzogiorno le aree più vulnerabili a eventuali aumenti dei dazi.

Secondo l'analisi dell'associazione, le regioni del Sud, caratterizzate da una forte specializzazione in settori specifici e da una minore capacità di diversificare la propria produzione, rischiano di subire un impatto negativo significativo in caso di nuove barriere tariffarie. Questo perché una minore diversificazione implica una maggiore dipendenza da mercati specifici, rendendo le imprese più esposte a shock esterni come l'aumento dei dazi.

"Le regioni con un forte export e bassa diversificazione rischierebbero di essere le più penalizzate", afferma la Cgia nel suo report, sottolineando come l'interdipendenza economica globale rende le economie regionali sempre più vulnerabili alle tensioni geopolitiche. La possibilità di un aumento dei dazi, infatti, non è un'ipotesi remota, considerati gli attuali scenari internazionali.

Il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha recentemente commentato la questione definendo i dazi come "armi economiche per influenzare alleanze". Questa affermazione evidenzia ulteriormente la complessità del contesto internazionale e il rischio concreto di un utilizzo strategico degli strumenti tariffari. La dichiarazione del Ministro sottolinea la necessità per le imprese italiane, e in particolare quelle del Sud, di rafforzare la propria competitività e la diversificazione dei mercati di sbocco per mitigare i potenziali impatti negativi.

La Cgia di Mestre invita quindi le istituzioni a mettere in atto politiche di sostegno alle imprese del Sud, promuovendo la diversificazione produttiva, l'innovazione tecnologica e l'accesso ai mercati internazionali. Solo attraverso un intervento strutturale, si potrà ridurre la vulnerabilità delle regioni meridionali e garantire una maggiore resilienza di fronte alle possibili tensioni commerciali globali. È fondamentale, inoltre, un monitoraggio costante dell'evoluzione della situazione internazionale e una rapida risposta a eventuali cambiamenti nelle politiche commerciali.

La sfida è complessa, ma la necessità di una strategia efficace per proteggere le imprese italiane, e in particolare quelle del Sud, è ormai evidente. Il futuro dell'export italiano dipende anche dalla capacità di affrontare con successo le nuove sfide globali. Visita il sito della Cgia di Mestre per maggiori informazioni.

(22-03-2025 11:34)