Il prezzo del protezionismo: danni al settore delle colle

Chiusure ai mercati: il sapore amaro dell'autarchia a Colle di Val d'Elsa
L'emergenza sanitaria, si sa, ha scosso le fondamenta dell'economia globale, ma a Colle di Val d'Elsa, in provincia di Siena, l'ombra del protezionismo si allunga minacciosamente sulle piccole e medie imprese.Le recenti difficoltà incontrate da alcune aziende locali nel settore della lavorazione del cristallo mettono in luce i danni derivanti da politiche commerciali restrittive, spesso immotivate e dannose per la competitività del tessuto imprenditoriale italiano.
La questione, sollevata da diverse associazioni di categoria, riguarda la difficoltà di accesso a materie prime provenienti dall'estero, con conseguenti ritardi nella produzione e aumento dei costi. Si parla di vere e proprie "chiusure" a danno delle aziende che, da sempre, si appoggiano su un mercato globale per approvvigionarsi e competere.
"Siamo di fronte a un pericoloso ritorno al passato," afferma Alessandro Rossi, presidente di Confartigianato Colle di Val d'Elsa. "Il protezionismo, se non ben calibrato e motivato da reali esigenze di sicurezza nazionale, rischia di soffocare la crescita delle nostre imprese, impedendo loro di accedere a mercati e risorse fondamentali per la loro sopravvivenza e sviluppo".
Le aziende colpite lamentano ritardi nelle forniture di materie prime essenziali, come specifici tipi di sabbie e componenti elettronici, con conseguenti stop produttivi e perdite di fatturato. La situazione, aggravata dalla crisi energetica e dall'inflazione, sta mettendo a dura prova la resilienza di un settore già in sofferenza.
L'appello delle associazioni di categoria è unanime: è necessario riaprire i canali commerciali, semplificare le procedure burocratiche per l'importazione e promuovere politiche commerciali che favoriscano la competitività delle imprese italiane nel mercato globale, piuttosto che isolarle in un'isola protezionistica, destinata a rallentare la crescita economica e a compromettere il futuro di tante realtà produttive come quelle di Colle di Val d'Elsa.
Il caso di Colle di Val d'Elsa rappresenta un campanello d'allarme per l'intero sistema economico italiano: un monito a non sottovalutare i rischi di un protezionismo cieco e a privilegiare politiche commerciali aperte e lungimiranti.
È fondamentale, concludono le associazioni, investire in innovazione, formazione e internazionalizzazione per aiutare le aziende italiane a competere con successo sul mercato globale, evitando l'isolamento e la chiusura che condurrebbero solo a un impoverimento del tessuto economico del paese. La strada per la crescita passa per l'apertura, non per la chiusura.
(