Siria: Damasco, quattordici anni dopo.

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A Damasco, un Fragile Profumo di "Basilico": Libertà e Dollari Tornano a Farsi Sentire
A quattordici anni dall'inizio della rivoluzione, la capitale siriana sussurra parole un tempo proibite. "Lo chiamavano basilico. Sempre verde è", una frase che risuona tra le vie polverose, simbolo di una speranza tenace, seppur cauta. BRDamasco, 2024 - L'aria è pesante, intrisa di salsedine e ricordi. Ma tra le macerie che ancora segnano il paesaggio urbano, si percepisce un cambiamento sottile, quasi impercettibile. La parola "libertà", un tempo soffocata dalla repressione, torna a circolare, sussurrata con prudenza, come un segreto condiviso. BRE poi c'è il "dollaro", un tempo demonizzato e relegato al mercato nero, che ora riappare timidamente nelle transazioni quotidiane. Un segnale, forse, di una lenta ripresa economica, o semplicemente di un pragmatismo dettato dalla necessità. BRLa vita a Damasco è ancora segnata da privazioni e incertezze. La guerra, seppur meno intensa, ha lasciato cicatrici profonde nella società. Ma la resilienza dei damasceni è palpabile. Nei mercati rionali, dove i profumi delle spezie si mescolano alla polvere, si respira una rinnovata voglia di normalità. BRUn venditore di tessuti, di cui preferiamo non rivelare il nome per la sua sicurezza, ci confida: "Le cose sono difficili, ma stiamo cercando di ricostruire. Di tornare a vivere". BRIl "basilico", simbolo di fertilità e rinascita, continua a crescere tenacemente tra le crepe dell'asfalto. Un piccolo gesto di resistenza, un'affermazione di speranza in un futuro ancora incerto. Un articolo di Osservatorio Diritti descrive la situazione umanitaria ancora critica in Siria. La strada è lunga, ma il profumo del "basilico" si fa sentire, sempre più forte, nell'aria di Damasco. BR```(