Spariscono le prove del caso Garlasco a Pavia

Spariscono le prove del caso Garlasco a Pavia

Caso Garlasco: Distrutti i reperti, nuovo scontro sulle responsabilità

Un nuovo capitolo si apre nel giallo di Garlasco, a distanza di anni dalla condanna definitiva per l'omicidio di Chiara Poggi. La distruzione dei reperti del Tribunale di Pavia, avvenuta nel 2022 secondo le procedure standard dopo la sentenza, riaccende le polemiche e alimenta le tensioni tra le parti coinvolte.

Al centro del dibattito c'è Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, sottoposto a test del DNA. Sempio, che si dichiara innocente, si trova ora al centro di un acceso scontro con l'avvocato di Andrea Stasi, attualmente in carcere per l'omicidio. L'avvocato di Stasi, infatti, ha espresso forti perplessità riguardo alla gestione delle indagini e alla distruzione dei reperti, sollevando dubbi sulla possibilità di una revisione del processo alla luce delle nuove informazioni emerse.

La distruzione dei reperti, avvenuta nel rispetto delle normative che prevedono lo smaltimento dopo un certo periodo di tempo dalla sentenza definitiva, rappresenta un ostacolo significativo per eventuali nuove indagini. Questa circostanza ha inasprito ulteriormente i toni dello scontro tra le due parti. L'avvocato di Stasi sostiene che la mancata conservazione dei reperti potrebbe compromettere la possibilità di accertare la verità e di riaprire il caso, anche alla luce delle nuove dichiarazioni e del test del DNA effettuato su Sempio.

"È inammissibile che reperti così importanti siano stati distrutti", ha dichiarato l'avvocato di Stasi in una recente intervista, sottolineando la necessità di una maggiore trasparenza e di una più attenta gestione delle prove nei casi di omicidio. "La distruzione dei reperti rappresenta un grave vulnus per la giustizia e potrebbe pregiudicare la possibilità di far luce su aspetti ancora oscuri della vicenda".

La posizione di Sempio, invece, rimane quella di un uomo innocente, vittima di una situazione complessa. Il suo avvocato ha annunciato l'intenzione di collaborare pienamente con le indagini, fornendo ogni elemento utile a chiarire la sua posizione. Il caso Garlasco, dunque, continua a tenere banco, con nuove tensioni e interrogativi che si aggiungono a quelli già esistenti.

La vicenda solleva un dibattito più ampio sulla gestione dei reperti giudiziari e sulle tempistiche di smaltimento dopo una condanna definitiva. Si apre, quindi, una riflessione sulla necessità di un'adeguata revisione delle procedure, per evitare che la distruzione di prove cruciali possa compromettere la ricerca della verità in casi di elevata complessità come quello di Garlasco.

(14-03-2025 19:57)