Ecco un titolo riformulato: **DNA: la caccia all'assassino si fa con il quadro genetico completo, parola all'esperto.**

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Riapertura Caso Chiara Poggi: Parla il Genetista Giardina

La riapertura del caso di Chiara Poggi ha riacceso i riflettori su uno dei delitti più discussi degli ultimi anni. Al centro delle nuove indagini, ancora una volta, l'analisi del DNA repertato sulla scena del crimine. Abbiamo intervistato il genetista Emiliano Giardina, esperto in materia, per fare chiarezza sulle nuove tecnologie e le loro applicazioni nel contesto forense.

"Accade spesso," spiega Giardina, "che il materiale genetico recuperato sotto le unghie di una vittima sia di qualità scadente. Questo significa che, anziché fornire un'identificazione certa, il test del DNA restituisce delle probabilità.
Il giudice, in questi casi, deve valutare attentamente il peso di queste probabilità nel contesto di tutte le altre prove disponibili."

Il genetista sottolinea l'importanza di considerare il test del DNA come una tessera di un puzzle molto più ampio. "Il test del DNA è un puzzle.
Solo con tutte le tessere al posto giusto si può avere la firma dell'assassino. Un singolo frammento, seppur importante, non è sufficiente per stabilire una verità definitiva."

Giardina, pur non potendo commentare nello specifico il caso di Chiara Poggi, ha illustrato le sfide che la genetica forense deve affrontare quotidianamente: "L'interpretazione dei risultati del DNA è un processo complesso che richiede grande competenza e rigore scientifico.
È fondamentale evitare interpretazioni errate o affrettate, che potrebbero compromettere l'esito delle indagini."

La riapertura del caso Poggi rappresenta una nuova opportunità per la giustizia, grazie anche ai progressi compiuti dalla scienza forense negli ultimi anni.
Resta da vedere se le nuove analisi del DNA sapranno fornire elementi decisivi per fare luce sulla verità.

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(13-03-2025 01:00)