Il mistero di Lilly Resinovich: un amico indica un possibile assassino tra le conoscenze.
Caso Resinovich: La perizia riapre il giallo dopo quattro anni
Quattro anni. Quattro anni di silenzio, di dubbi, di dolore per la famiglia di Liliana Resinovich, la donna di 63 anni trovata morta in un boschetto vicino all'ospedale psichiatrico di Trieste. Quattro anni dopo la chiusura del caso come suicidio, una nuova perizia riapre le indagini, decretando una "rivalutazione" dell'accaduto da parte della Procura. Una decisione che significa, di fatto, ricominciare da zero, scavando nuovamente nel mistero che avvolge la scomparsa e la morte della donna.
La notizia ha riacceso i riflettori su un caso che aveva scosso profondamente la città di Trieste. La perizia, condotta da esperti nominati dalla Procura, sembra aver sollevato nuovi interrogativi, mettendo in discussione le conclusioni iniziali. L'ipotesi del suicidio, infatti, appare ora più fragile che mai.
Sterpin, amico del cuore di Liliana, non ha mai smesso di credere nell'ipotesi di un delitto. In diverse interviste rilasciate nel corso degli anni, ha ribadito con forza la sua convinzione che Liliana sia stata uccisa. Le sue parole, cariche di dolore e di rabbia, tornano oggi più attuali che mai: "È stata uccisa. L'assassino? Forse lo conosciamo tutti". Una frase agghiacciante, che lascia intendere la possibilità che l'assassino sia una persona vicina alla vittima, un individuo che si cela tra le pieghe di questa intricata vicenda.
La riapertura delle indagini rappresenta una boccata d'ossigeno per la famiglia Resinovich, che per anni ha lottato per ottenere giustizia. La speranza di fare luce sulla verità, dopo quattro anni di sofferenza, è finalmente tornata a brillare.
Le prossime settimane saranno cruciali per lo sviluppo delle indagini. La Procura dovrà ora analizzare attentamente i nuovi elementi emersi dalla perizia, per cercare di ricostruire con precisione gli ultimi momenti di vita di Liliana Resinovich. Il cammino verso la verità è ancora lungo e tortuoso, ma la riapertura del caso rappresenta un importante passo avanti. Un passo che, dopo così tanto tempo, potrebbe finalmente dare una risposta alla domanda che tormenta la famiglia e l'intera comunità triestina: cosa è veramente successo a Liliana?
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