Il nuovo ordine mondiale: un'alleanza tacita tra Trump e Xi?

Stati Uniti e Cina: una rivalità che ridisegna il mondo?

La competizione tra Stati Uniti e Cina, pur manifestandosi con toni spesso aspri e conflittuali, sta inaspettatamente plasmando una nuova architettura globale. Se da un lato la retorica politica parla di contrapposizione ideologica ed economica, dall'altro si assiste ad una silenziosa, ma efficace, ridefinizione dell'ordine mondiale, con entrambi i Paesi impegnati a perseguire i propri interessi strategici a scapito di un sistema multilaterale realmente inclusivo.


L'amministrazione Biden, pur criticando apertamente le pratiche commerciali cinesi e la crescente assertività di Pechino nel Mar Cinese Meridionale e altrove, sta di fatto avviando una serie di accordi bilaterali, concentrandosi su una strategia di contenimento mirato piuttosto che su una cooperazione globale più ampia. Questo approccio, seppur presentato come difensivo, contribuisce alla frammentazione del sistema internazionale, indebolendo organizzazioni come l'ONU e riducendo l'influenza di altri attori globali.


Allo stesso modo, la leadership cinese sotto Xi Jinping, pur predicando la cooperazione internazionale e un "nuovo ordine mondiale multicentrico", sta progressivamente consolidando la propria influenza attraverso accordi economici preferenziali, iniziative infrastrutturali come la Nuova Via della Seta e un'espansione strategica della sua presenza militare globale. Questa strategia, apparentemente in contrasto con la retorica multilaterale, si concentra sulla creazione di una sfera di influenza sempre più vasta, spesso a discapito delle norme e delle istituzioni internazionali.


L'impressione è che, al di là della retorica pubblica, sia Washington che Pechino stiano agendo come alleati silenziosi in una ristrutturazione dell'ordine mondiale, una ristrutturazione guidata non dalla cooperazione, ma dall'interesse nazionale. Questa dinamica, a lungo termine, potrebbe portare a una maggiore instabilità globale, con un sistema internazionale caratterizzato da una maggiore frammentazione e da una competizione sempre più intensa tra grandi potenze, minando la possibilità di affrontare sfide globali come il cambiamento climatico o la sicurezza sanitaria in modo coordinato ed efficace.


Il risultato è un mondo meno prevedibile e più pericoloso, in cui la competizione tra Stati Uniti e Cina rischia di mettere in secondo piano le esigenze di una governance globale inclusiva ed efficace. Serve un cambio di rotta, una maggiore attenzione alla cooperazione internazionale e un impegno concreto da parte di tutti gli attori globali per rafforzare il multilateralismo, prima che la competizione tra Stati Uniti e Cina porti a conseguenze irreversibili.


Si apre quindi un dibattito cruciale sul futuro del sistema internazionale: riusciranno le istituzioni multilaterali ad adattarsi a questo nuovo contesto o saranno destinate a un declino progressivo, lasciando spazio ad un mondo dominato dalla competizione tra superpotenze?

(01-03-2025 10:59)