Super Bowl: I campioni rifiutano l'invito alla Casa Bianca. Trump reagisce.
Eagles, la Casa Bianca e il fantasma del 2018: una storia di (non) inviti
La vittoria del Super Bowl LVII non ha portato i Philadelphia Eagles alla Casa Bianca. Una decisione che, seppur non sorprendente per chi segue la storia della franchigia, ha riaperto vecchie ferite e acceso un dibattito politico. Già nel 2018, sotto l'amministrazione Trump, gli Eagles avevano scelto di non visitare il presidente, una decisione che allora fece molto discutere.
Quest'anno, la situazione si ripete, ma con una sfumatura in più. Non c'è stato nessun invito formale da parte della Casa Bianca. Fonti vicine all'amministrazione Biden hanno confermato un certo disagio nell'estendere l'invito, considerato il precedente storico della squadra e la sua posizione politicamente schierata.
"Non andiamo alla Casa Bianca", ha dichiarato concisamente un portavoce degli Eagles, ribadendo la linea dura già adottata in passato. La scelta, naturalmente, non è passata inosservata. Donald Trump, attraverso i suoi canali social, ha espresso la sua delusione per l'assenza dei campioni del Super Bowl, commentando la vicenda con i suoi toni usuali, accusando l'attuale amministrazione di una mancanza di rispetto per gli atleti.
La decisione degli Eagles non è solo una questione sportiva, ma riflette un contesto politico più ampio, dove la polarizzazione ideologica condiziona anche il mondo dello sport. La squadra, negli anni, si è contraddistinta per un forte impegno in iniziative sociali e per una presa di posizione netta su questioni di giustizia sociale e diritti civili. Questa presa di posizione coerente potrebbe essere uno dei fattori decisivi nella scelta di non partecipare alla tradizionale visita presidenziale.
L'episodio solleva interrogativi sulla natura stessa dell'invito alla Casa Bianca: è un gesto di semplice cortesia o un evento con un peso politico rilevante? La scelta degli Eagles di rifiutare (o meglio, di non accettare) questa tradizionale celebrazione sembra suggerire che il peso politico è ormai predominante rispetto all'aspetto sportivo.
Il silenzio dalla Casa Bianca, e la reazione di Trump, concludono un capitolo che rivela un'ulteriore frattura tra lo sport, la politica e la società americana. Un capitolo che, probabilmente, si riaprira' nei prossimi anni con altrettante polemiche.
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