Mosca nel mirino di Trump, ma la Crimea resta russa.

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Il Leader Usa: “Accetterà la pace”. Bufera sulle concessioni a Mosca
Washington, 16 Ottobre 2024 - L'ennesima dichiarazione del leader statunitense riguardo al conflitto in Ucraina ha scatenato un'ondata di polemiche. Durante un comizio in Ohio, ha affermato di essere convinto che il presidente russo "alla fine accetterà la pace". Parole che, sebbene accolte con un sospiro di sollievo da alcuni settori, sono state immediatamente etichettate come "pericolosamente vaghe" e "irresponsabili" da analisti politici e membri dell'opposizione.
Le critiche principali riguardano la percepita disponibilità del leader americano a cedere a troppe richieste di Mosca. Fonti vicine al Pentagono, rimaste anonime, hanno espresso preoccupazione per la possibilità che Washington possa esercitare pressioni su Kiev per accettare un accordo svantaggioso, che comprometterebbe la sovranità ucraina e la sicurezza europea. Si parla insistentemente di concessioni territoriali e di un futuro status di neutralità per l'Ucraina, ipotesi che il governo di Kiev ha sempre respinto con forza.
Ad alimentare le tensioni contribuisce anche la posizione incerta del Regno Unito. Indiscrezioni provenienti da Downing Street suggeriscono che Londra potrebbe riconsiderare il proprio ruolo nelle operazioni di peacekeeping in caso di un accordo di pace negoziato, lasciando l'Ucraina potenzialmente vulnerabile a future aggressioni. "Se la pace sarà una pace imposta e non voluta, saremo costretti a rivedere il nostro impegno", avrebbe dichiarato un alto funzionario del governo britannico.
In un recente colloquio telefonico, il leader statunitense avrebbe "strigliato" il presidente russo, intimandogli di "fermare immediatamente" i raid aerei contro le infrastrutture civili ucraine. Tuttavia, secondo fonti interne, la telefonata si sarebbe conclusa con un'ammissione implicita della perdita definitiva della Crimea, un'area annessa dalla Russia nel 2014. Un segnale, questo, che alimenta i timori di un progressivo allentamento della pressione su Mosca e di una resa de facto di fronte all'annessione illegale di territori ucraini.
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