La solitudine di Papa Francesco contro la mafia.

La solitudine di Papa Francesco contro la mafia.

Dal Grido Calabrese alla Solitudine di Francesco: La lotta contro la 'Ndrangheta

Un grido lanciato dalla Calabria, una commissione anti-corruzione voluta da Papa Francesco, e un silenzio assordante da parte di alcuni ambienti vaticani. Questa la fotografia emersa dalle recenti dichiarazioni di Don Luigi Ciotti, che ha raccontato di un intervento esterno che ha ostacolato l'azione del Pontefice nella lotta contro la criminalità organizzata.

Don Ciotti, storico attivista antimafia, ha rivelato dettagli inquietanti: “Ci fermò qualcuno dall’interno del Vaticano, lui non lo seppe mai”. Un'ombra oscura che si proietta sulla volontà di Papa Francesco di creare una commissione interna per contrastare l'infiltrazione mafiosa nella Chiesa. Un'iniziativa nata proprio in seguito alle drammatiche denunce di infiltrazioni mafiose provenienti dalla Calabria, che hanno scosso profondamente la coscienza del Papa.

La decisione di Francesco, coraggiosa e necessaria, si è scontrata con resistenze interne, come testimonia il racconto di Don Ciotti. Un'opposizione silenziosa, ma efficace, che ha di fatto limitato l'operatività della commissione e lasciato il Papa sostanzialmente solo nella sua battaglia contro la 'Ndrangheta e le altre mafie.

“I mafiosi scomunicati”, ha ricordato Don Ciotti, sottolineando la fermezza del Pontefice nel condannare senza mezzi termini le organizzazioni criminali. Ma la scomunica, da sola, non basta. Serve un'azione concreta, un'azione coordinata e decisa che vada oltre le dichiarazioni di principio. Un'azione che, purtroppo, sembra essere stata ostacolata da forze interne alla Chiesa stessa.

La testimonianza di Don Ciotti apre uno scenario preoccupante, che mette in luce le difficoltà di combattere la corruzione e la criminalità organizzata, anche all'interno di istituzioni apparentemente inattaccabili. La lotta contro la 'Ndrangheta, in particolare, richiede un'alleanza forte e coesa tra istituzioni, forze dell'ordine e società civile. Un'alleanza che, stando alle parole di Don Ciotti, sembra aver subito un duro colpo dall'interno del Vaticano.

Resta ora da capire quali saranno le conseguenze di queste rivelazioni. La trasparenza e la responsabilità sono fondamentali per contrastare efficacemente la criminalità. Il silenzio, invece, alimenta il sospetto e compromette la lotta contro il male.

L'impegno di Papa Francesco nella lotta alla mafia è innegabile, ma la sua battaglia, evidentemente, è tutt'altro che conclusa. E la testimonianza di Don Ciotti rappresenta un monito importante per tutti coloro che si battono per la giustizia e la legalità.

(24-04-2025 01:00)