Luchetti racconta: "Papa Francesco, dalla depressione alla liberazione".

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Luchetti racconta Bergoglio: "Diventare Papa lo ha liberato"
Buenos Aires - Il regista Daniele Luchetti è tornato a parlare di Papa Francesco e del suo film "Chiamatemi Francesco" durante un evento speciale nella sua città natale, Buenos Aires. L'incontro, che si è svolto questa settimana, ha visto un folto pubblico interessato ad approfondire la figura del Pontefice attraverso la lente del regista.
Luchetti ha rivelato di aver sperato fino all'ultimo in una telefonata di Bergoglio dopo la proiezione del film: "Confesso, ho sperato fino all’ultimo che mi telefonasse per dirmi cosa pensava del film. Sarebbe stato un gesto importante per me, un riscontro diretto da parte di chi avevo cercato di raccontare", ha ammesso il regista.
Ma l'aspetto più interessante emerso dalle sue parole riguarda l'evoluzione psicologica di Bergoglio. Luchetti ha sottolineato come, prima di diventare Papa, l'uomo Jorge Mario Bergoglio fosse una figura segnata dalla depressione e da momenti difficili. "Prima era un uomo depresso, diventare Papa lo ha liberato", ha affermato con convinzione Luchetti, suggerendo che la responsabilità e la missione papale abbiano in qualche modo trasformato l'uomo, donandogli una nuova energia e un nuovo scopo.
L'evento a Buenos Aires è stato anche l'occasione per discutere del ruolo del cinema nel raccontare figure complesse come quella di Papa Francesco, e del delicato equilibrio tra fedeltà storica e interpretazione artistica. Luchetti ha ribadito l'importanza di affrontare questi progetti con rispetto e accuratezza, pur consapevoli della necessità di operare delle scelte narrative.
La testimonianza di Luchetti offre uno spaccato inedito sulla figura di Bergoglio, al di là del personaggio pubblico, rivelando un uomo che ha saputo trovare nella fede e nel servizio agli altri la forza per superare le proprie fragilità e diventare una guida per milioni di persone in tutto il mondo.
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