Sparatoria alle ambulanze: l'IDF ammette errori, ma nega l'esecuzione

Inchiesta Rafah: Comandante rimosso, ma la Mezzaluna Rossa contesta le conclusioni
Gerusalemme, 27 Ottobre 2023
L'inchiesta interna dell'esercito israeliano (IDF) sull'uccisione di quindici paramedici palestinesi il 23 marzo a Rafah ha portato alla rimozione del comandante della brigata che ha aperto il fuoco. L'IDF, in un comunicato stampa diffuso ieri, ha ammesso la presenza di "errori e omissioni" nella sparatoria contro le ambulanze, ma ha respinto le accuse di esecuzione sommaria. Il rapporto interno, i cui dettagli non sono stati resi completamente pubblici, sottolinea una serie di gravi carenze operative, tra cui una valutazione errata della situazione e una comunicazione inadeguata tra le unità sul campo.
"Non si è trattato di un'esecuzione", ha dichiarato un portavoce dell'IDF, sottolineando che l'inchiesta ha identificato un'insufficiente raccolta di informazioni e una scarsa valutazione del rischio prima di aprire il fuoco. Tuttavia, la Mezzaluna Rossa palestinese ha respinto con forza le conclusioni dell'inchiesta, definendo la ricostruzione dei fatti "falsa" e "un tentativo di insabbiare la verità". L'organizzazione ha ribadito la sua richiesta di un'indagine internazionale indipendente e imparziale, in grado di far luce sulle responsabilità dei responsabili della strage.
La rimozione del comandante, pur rappresentando un passo significativo, non ha placato le proteste internazionali. Diverse organizzazioni per i diritti umani hanno chiesto una punizione più severa per i militari coinvolti e una revisione radicale delle procedure operative dell'IDF in situazioni di conflitto. "La semplice rimozione di un comandante non è sufficiente a garantire giustizia per le vittime e a prevenire future tragedie simili", ha dichiarato un portavoce di Human Rights Watch. L'episodio di Rafah ha suscitato indignazione a livello globale, riaccendendo il dibattito sulla proporzionalità dell'uso della forza da parte dell'esercito israeliano nelle aree palestinesi.
Il rapporto dell'IDF, sebbene parzialmente oscurato, ha promesso una serie di modifiche alle procedure operative e all'addestramento del personale militare per evitare simili incidenti in futuro. Ma la mancanza di trasparenza e la contestata versione dei fatti da parte della Mezzaluna Rossa lasciano aperta una profonda ferita, alimentando le tensioni già fragili nella regione. Le famiglie delle vittime chiedono verità e giustizia, mentre la comunità internazionale attende di conoscere ulteriori dettagli dell'inchiesta e le azioni concrete che ne deriveranno. La strada verso la riconciliazione appare ancora lunga e irta di ostacoli.
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