Scontro sul golden power Unicredit-Bpm: il governo diviso.

Scontro sul golden power Unicredit-Bpm: il governo diviso.

Unicredit-BPM: Via libera all'Ops, ma con il freno a mano tirato

L'operazione di fusione tra Unicredit e BPM ha ottenuto il via libera, ma a condizioni. Il governo, dopo settimane di serrate trattative, ha imposto all'istituto di credito un preciso calendario per l'uscita dalla Russia entro nove mesi e ha posto il veto su eventuali riduzioni della rete di sportelli. Questa decisione, pur aprendo la strada all'operazione, introduce un elemento di incertezza significativo.

Unicredit dovrà ora valutare attentamente se le prescrizioni imposte dal governo rendano ancora conveniente procedere con l'acquisizione. L'imposizione di un termine così preciso per il disimpegno dalla Russia, un mercato che ha rappresentato per anni una fetta significativa del business di Unicredit, potrebbe incidere pesantemente sui conti e sulla fattibilità dell'operazione nel suo complesso. La necessità di mantenere invariata la rete di sportelli, inoltre, rappresenta un ulteriore vincolo economico di non poco conto.

La situazione politica ha contribuito ad accrescere la complessità dell'operazione. Il governo si è trovato spaccato, con posizioni divergenti all'interno della maggioranza. Forza Italia, in particolare, ha espresso forti critiche sull'utilizzo del "golden power", lo strumento che consente allo Stato di intervenire su operazioni che potrebbero compromettere gli interessi nazionali. Le perplessità di Forza Italia si concentrano sulla potenziale perdita di posti di lavoro e sull'impatto sulla competitività del sistema bancario italiano.

Il futuro dell'operazione è ora appeso a un filo. La valutazione di Unicredit sulle nuove condizioni imposte dal governo sarà determinante. Se l'istituto di credito ritenesse che i costi e i rischi superino i benefici, potrebbe decidere di abbandonare l'operazione, con conseguenze imprevedibili sul mercato finanziario italiano.

La vicenda evidenzia la complessità delle decisioni in materia di politica economica e finanziaria, dove la necessità di tutelare gli interessi nazionali deve essere bilanciata con le esigenze del mercato e la necessità di attrarre investimenti. Le prossime settimane saranno cruciali per capire se questa operazione strategica per il sistema bancario italiano riuscirà a concretizzarsi oppure no. Resta da capire quale sarà l'impatto a lungo termine sulla presenza di Unicredit in Russia e sull'efficienza del suo network. L'intera vicenda, inoltre, lascia aperte questioni importanti sulla reale efficacia e sulla gestione del "golden power" in Italia.

Ulteriori approfondimenti sul Sole 24 Ore

(19-04-2025 01:00)