Scontro di governo su Unicredit-Bpm: il golden power nel mirino di Forza Italia

Unicredit-BPM: Via libera all'Ops, ma con il freno a mano tirato
L'operazione di fusione tra Unicredit e BPM ha ricevuto il via libera dal governo, ma non senza condizioni stringenti. Il sì arrivato dopo settimane di trattative serrate, impone infatti all'istituto di credito di uscire completamente dalla Russia entro nove mesi e di mantenere invariata la rete degli sportelli. Una decisione che lascia l'amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, e il consiglio di amministrazione con un rebus da risolvere.
L'Istituto dovrà infatti valutare attentamente se queste prescrizioni, decise con un governo diviso, rendano ancora conveniente l'operazione. La situazione è complessa e il peso delle condizioni imposte è notevole. L'uscita dalla Russia, già avviata ma non ancora completata, rappresenta una sfida significativa per Unicredit, in termini sia di tempi che di costi. Il mantenimento della rete degli sportelli, invece, implica un impegno economico considerevole a lungo termine, mettendo ulteriormente a dura prova la sostenibilità dell'operazione.
La spaccatura all'interno dell'esecutivo è evidente. Mentre una parte del governo ha spinto per un'approvazione incondizionata, altre forze politiche hanno preteso garanzie sulla presenza sul territorio nazionale e sulla sicurezza strategica del sistema bancario italiano. Forza Italia, in particolare, ha espresso forti critiche all'utilizzo del golden power, strumento ritenuto eccessivo e potenzialmente dannoso per l'attrattività del mercato italiano degli investimenti.
La situazione ora è nelle mani di Unicredit. L'istituto dovrà analizzare con estrema precisione tutti gli aspetti dell'accordo, compiendo un'accurata valutazione costi-benefici. La decisione finale, che potrebbe arrivare nelle prossime settimane, sarà cruciale non solo per il futuro di Unicredit e BPM, ma anche per la stabilità del sistema finanziario italiano. L'operazione, infatti, rappresenta una delle più importanti del settore bancario degli ultimi anni.
Il nodo cruciale riguarda l'equilibrio tra gli obblighi imposti dal governo e la redditività dell'operazione. Se le condizioni dovessero rivelarsi eccessivamente gravose, Unicredit potrebbe essere costretta a riconsiderare l'intera strategia, con possibili conseguenze negative sul mercato. Il futuro, dunque, rimane incerto, e le prossime settimane saranno cruciali per capire se questa operazione, inizialmente vista come un passo avanti per il settore bancario, riuscirà a concretizzarsi o meno.
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