Il Monte Faito: tra lusso e malaffare

Il Monte Faito, scenario di misteri: a 27 anni dalla scomparsa di Angela Celentano, un ricordo inquietante
Ventuno anni dopo la pubblicazione dell'articolo di Ottavio Lucarelli del 12 agosto 1996, il Monte Faito torna prepotentemente alla ribalta. Non solo per la sua bellezza selvaggia, le sue ville sontuose e i panorami mozzafiato che si aprono sul Golfo di Napoli, ma anche per il suo essere stato, secondo il racconto del giornalista, un luogo di inquietanti segreti, un palcoscenico oscuro che faceva da sfondo alla scomparsa di Angela Celentano.
Lucarelli, nella sua inchiesta, descriveva il Monte Faito come un luogo ambiguo, un "buen retiro" verdeggiante popolato sia da ricchi e potenti che da figure più inquietanti, legati a ambienti malavitosi. Un ambiente complesso, dove la bellezza naturale si mescolava a un'ombra di illegalità. Ville lussuose si alternavano a sentieri impervi, ideali per nascondere attività poco chiare.
L'articolo, oggi letto con gli occhi del 2023, assume una nuova, sinistra rilevanza. La scomparsa di Angela, avvenuta proprio alle pendici del Monte Faito, rimane un mistero irrisolto. Le indagini, nonostante i tanti anni trascorsi, non hanno ancora portato a una conclusione definitiva. E il racconto del Lucarelli, con le sue dettagliate descrizioni del territorio, del suo ambiente complesso e delle sue ombre, rappresenta un pezzo di storia che continua a interrogarci.
La vegetazione fitta, i sentieri nascosti, le antiche cave: elementi descritti da Lucarelli che, a distanza di anni, fanno riflettere sul contesto nel quale la piccola Angela scomparve. Un contesto che, alla luce delle parole del giornalista, appare più intricato e meno idilliaco di quanto la bellezza paesaggistica possa suggerire.
Oggi, rileggere quell'articolo significa ripercorrere un sentiero di ricordi e di interrogativi. Significa ricordare la piccola Angela e il mistero che continua a pesare su una comunità e su un luogo dal fascino enigmatico, il Monte Faito.
La vicenda di Angela Celentano rimane una ferita aperta, un caso irrisolto che ci ricorda quanto sia importante mantenere viva la memoria e continuare a cercare la verità, anche a distanza di anni. Il Monte Faito, con la sua bellezza e le sue ombre, rimane un simbolo di questa ricerca, un luogo che custodisce ancora oggi i segreti del suo passato.
È un invito alla riflessione: la bellezza di un paesaggio non deve mai oscurare la ricerca della giustizia e la memoria di chi ha sofferto.
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