Il Faito: ville signorili e ombre mafiose

Monte Faito: un ricordo amaro a 27 anni dalla scomparsa di Angela Celentano
Ventisette anni dopo la scomparsa di Angela Celentano, il Monte Faito torna a essere al centro dell'attenzione. Un articolo del 12 agosto 1996 a firma di Ottavio Lucarelli, titolato "Monte Faito, verde buen retiro con ville e covi di boss", riemerge oggi alla luce dei riflettori, offrendo una prospettiva inquietante sul contesto in cui si consumò la misteriosa sparizione della piccola Angela. Lucarelli, con la sua consueta acutezza giornalistica, descriveva il Faito non solo come un luogo di bellezza naturalistica, un'oasi di ville signorili e panorami mozzafiato, ma anche come un territorio permeato da una ombra oscura, un rifugio ideale per attività criminali.
"Un verde buen retiro, certo, ma anche un luogo di ombre", scriveva Lucarelli, dipingendo un quadro complesso e contraddittorio. Il giornalista evidenziava la presenza di numerose ville isolate, facilmente raggiungibili, ma anche nascoste alla vista, ideali per chi voleva sfuggire alle attenzioni delle forze dell'ordine. La descrizione minuziosa del territorio, delle sue strade tortuose e dei suoi sentieri impervi, fornisce oggi un elemento di riflessione importante sulla complessità delle indagini sulla scomparsa di Angela.
L'articolo del 1996, recuperato e riletto oggi, assume un valore aggiunto. Non solo perché offre una testimonianza storica del contesto ambientale e sociale in cui avvenne la scomparsa, ma perché pone interrogativi ancora aperti sulle potenzialità di quel territorio come possibile luogo di occultamento o fuga. La descrizione delle caratteristiche del Monte Faito - la sua vegetazione fitta, la sua estensione, la relativa inaccessibilità di alcune zone - fa riflettere sulle difficoltà incontrate dagli investigatori nel corso degli anni.
La rilettura dell'articolo di Lucarelli ci invita a guardare con occhi nuovi al caso Celentano, ricordandoci che la ricerca della verità richiede non solo impegno investigativo, ma anche una comprensione profonda del contesto geografico e sociale in cui si sono svolti i fatti. L'analisi del paesaggio, come descritto da Lucarelli, può fornire indizi cruciali per riaprire il caso e dare finalmente una risposta alla domanda che tormenta le famiglie e l'opinione pubblica da 27 anni: cosa è successo ad Angela Celentano?
È possibile approfondire la storia del Monte Faito e delle sue peculiarità geografiche consultando le risorse disponibili presso la pagina del Comune di Castellammare di Stabia, comune a cui appartiene il monte. Una migliore conoscenza del territorio potrebbe aiutare a rilanciare le indagini e a far luce su questa triste vicenda.
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