Sentenza della Corte Suprema sul genere: nascita e attribuzione femminile

Sentenza storica: solo chi nasce donna è donna, secondo la Corte Suprema
Una sentenza che scuote l'Italia e che rischia di avere profonde ripercussioni sulla società: la Corte Suprema ha stabilito che la definizione di donna spetta esclusivamente a chi sia biologicamente di sesso femminile dalla nascita. Con una decisione che ha suscitato immediate e forti reazioni, la Corte ha sancito: "È donna solo chi nasce donna".
La sentenza, emessa oggi, pone fine a un lungo dibattito giuridico e sociale sulla definizione di genere, mettendo in discussione le conquiste ottenute negli ultimi anni in materia di diritti delle persone transgender e non binarie. La decisione si basa su una interpretazione rigorosamente biologica del concetto di donna, escludendo qualsiasi considerazione sull'identità di genere autopercepita.
Secondo fonti interne alla Corte, la sentenza si fonda su una interpretazione letterale delle norme giuridiche esistenti, privilegiando una lettura tradizionalista e escludendo interpretazioni più inclusive. Questa impostazione, però, è stata duramente criticata da numerose associazioni per i diritti civili che denunciano una grave violazione dei principi di uguaglianza e non discriminazione.
La decisione ha già acceso un acceso dibattito pubblico. Molti esperti di diritto costituzionale mettono in dubbio la compatibilità della sentenza con la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e con la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che si è più volte espressa a favore di una maggiore inclusione e protezione delle persone transgender. Il Governo si è riservato di valutare la sentenza e di adottare eventuali iniziative a livello legislativo.
Numerose organizzazioni LGBTQ+ hanno già annunciato manifestazioni e azioni legali per contestare la sentenza, definendola un grave passo indietro per i diritti delle persone transgender. L'attenzione si concentra ora sulle possibili conseguenze della sentenza, su come essa verrà applicata nella pratica e su quali saranno i prossimi passi per garantire una maggiore tutela dei diritti di tutte le persone, indipendentemente dalla loro identità di genere. La strada verso una società realmente inclusiva appare, alla luce di questa sentenza, ancora lunga e tortuosa.
La sentenza apre scenari incerti per il futuro, mettendo in discussione la legislazione in materia di diritti civili e le tutele sociali, e creando un clima di forti tensioni sociali.
(