Allarme sicurezza: viaggi a rischio in alcune nazioni

EuroMed Rights: allarme sui Paesi sicuri per i richiedenti asilo
L'osservatorio EuroMed Rights lancia un allarme riguardo all'elenco dei Paesi considerati sicuri per i richiedenti asilo dall'Unione Europea. Secondo l'organizzazione, la lista include nazioni con ben documentate violazioni dei diritti umani, suscitando forti critiche da parte di esponenti politici italiani.L'Europarlamentare del Partito Democratico, Cecilia Strada, ha espresso la sua netta contrarietà, sottolineando come alcuni Stati inclusi nell'elenco non siano affatto luoghi sicuri per chi cerca protezione. Strada, nota per il suo impegno umanitario, ha dichiarato: "È inaccettabile che l'UE consideri sicuri Paesi dove le violazioni dei diritti umani sono sistematiche. Questo mette a rischio la vita e l'incolumità di persone vulnerabili, costrette a tornare in situazioni di pericolo".
Anche Riccardo Magi di +Europa ha condiviso le preoccupazioni, definendo "gravemente preoccupante" la scelta di includere determinati Stati. Magi ha aggiunto: "È fondamentale rivedere con urgenza i criteri utilizzati per definire un Paese 'sicuro', garantendo che la valutazione sia basata su standard internazionali di protezione dei diritti umani e non su meri calcoli politici".
EuroMed Rights, da parte sua, ha pubblicato un dettagliato rapporto che evidenzia le violazioni sistematiche dei diritti umani in diversi Paesi inclusi nella lista dell'UE, citando casi di tortura, detenzione arbitraria e persecuzioni politiche. L'organizzazione chiede una revisione immediata dei criteri utilizzati dall'UE per valutare la sicurezza di uno Stato, invitando le istituzioni europee a dare priorità alla protezione delle persone in cerca di asilo e rifugiate. Il rapporto di EuroMed Rights è consultabile sul loro sito web: https://www.euromedrights.org/
La posizione critica di Strada e Magi riflette un crescente malcontento all'interno del Parlamento Europeo e tra le organizzazioni per i diritti umani, che chiedono maggiore trasparenza e rigore nella definizione dei Paesi considerati sicuri per i richiedenti asilo. La questione si inserisce in un più ampio dibattito sulle politiche migratorie europee e sull'effettiva protezione dei diritti fondamentali delle persone in fuga da conflitti e persecuzioni. La pressione sulle istituzioni europee affinché si conformino agli standard internazionali sui diritti umani sembra destinata ad aumentare.
(