Nuove incursioni a Gaza: undici morti e blocco degli aiuti, tra le vittime un leader di Hamas

Israele controlla il 30% della Striscia di Gaza: la situazione precipita
La situazione nella Striscia di Gaza si fa sempre più critica. Secondo fonti militari israeliane, le forze di difesa israeliane controllerebbero ormai circa il 30% del territorio gazaota. Questa affermazione, ovviamente contestata da Hamas, segue una escalation di violenza senza precedenti. Il Ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha dichiarato in una conferenza stampa: "Non lasceremo mai questo territorio. La nostra operazione militare continua con determinazione per garantire la sicurezza dei nostri cittadini e la liberazione degli ostaggi".
Il blocco degli aiuti umanitari, imposto da Israele dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre, è stato difeso dal Ministro Gallant come strumento di pressione per ottenere il rilascio dei 59 ostaggi ancora in mano ai miliziani. "Il blocco è una misura necessaria per forzare Hamas a liberare i prigionieri", ha aggiunto Gallant. Questa decisione, tuttavia, è stata duramente criticata dalle organizzazioni umanitarie internazionali, che denunciano il rischio di una catastrofe umanitaria nella Striscia già pesantemente colpita.
Intanto, i raid aerei israeliani continuano incessantemente. Nelle ultime 24 ore, si sono registrati almeno 11 morti tra i civili, secondo fonti palestinesi. Tra le vittime, anche un importante comandante di Hamas. La conferma dell'uccisione di questo capo militare da parte di Israele non è ancora arrivata, ma la notizia ha già provocato nuove proteste e condanne internazionali. La comunità internazionale si trova di fronte a una sfida enorme: trovare una soluzione che ponga fine alla violenza e garantisca la sicurezza di tutti i civili coinvolti, in particolare donne e bambini, e che non lasci il territorio esposto ad ulteriori tensioni. L'impasse attuale rischia di degenerare ulteriormente, con conseguenze imprevedibili per la regione.
La situazione richiede un'azione diplomatica immediata e risoluta da parte della comunità internazionale per evitare un ulteriore spargimento di sangue e per trovare una via d'uscita pacifica da questa crisi umanitaria.
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