Sumy: Il dolore di una madre, voce della tragedia.

```html
Sumy, il miracolo di Tatiana e la piccola Sofia: "Un attimo prima eravamo lì"
Enrico Bona, inviato a Sumy
Sumy - Il sibilo, poi l'esplosione. Tatiana Pogorelova stringe forte la piccola Sofia, la sua bambina di cinque anni. Erano sull'autobus, di ritorno a casa, quando il missile russo ha colpito un quartiere residenziale di Sumy. Ieri, una giornata che Tatiana non dimenticherà mai. Il video di lei che abbraccia disperatamente Sofia, poco dopo l'attacco, è diventato virale, un simbolo di resilienza e di amore in un paese martoriato dalla guerra.
L'ho incontrata in un centro di accoglienza, mentre giocava con Sofia. "Eravamo sedute vicino al finestrino," mi racconta con voce tremante, "un attimo prima eravamo lì. Se l'autobus fosse arrivato con qualche secondo di ritardo..." Non riesce a finire la frase, gli occhi si riempiono di lacrime. Sofia la stringe forte, capisce che la mamma è ancora scossa.
Tatiana mi mostra un piccolo graffio sul braccio di Sofia. "Solo quello, per fortuna. Un frammento di vetro. Poteva essere molto peggio." Mi spiega che sta cercando di proteggere Sofia, di farle vivere un'infanzia il più normale possibile, nonostante tutto. "Le racconto storie, la faccio disegnare, cerco di non farle sentire la paura." Ma la paura, si legge nei suoi occhi, è sempre presente.
Il missile ha distrutto diverse case, causando morti e feriti. La comunità internazionale ha condannato l'attacco, ma a Sumy, la vita continua, tra le macerie e la speranza. "Non lasceremo la nostra città," mi dice Tatiana, con una determinazione che commuove. "Resisteremo, per Sofia, per il futuro dell'Ucraina." Un futuro incerto, ma che Tatiana è pronta a difendere con tutte le sue forze. L'amore di una madre, un baluardo contro la barbarie.
Altre storie di sopravvissuti a Sumy
Come aiutare la popolazione di Sumy
```(