Rodari amava gli anime?

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R50: Vent'anni senza Gianni Rodari, un Intellettuale Pop tra Favole e Robot Giganti
Roma, 13 aprile 2000 - Domani ricorrono vent'anni dalla scomparsa di Gianni Rodari, uno degli scrittori più amati e innovativi del panorama letterario italiano per l'infanzia. Ma al di là delle celebri filastrocche e della "Grammatica della Fantasia", si cela un aspetto meno noto del suo genio: la passione per i cartoni animati giapponesi.BRUn'influenza sorprendente, se si pensa al rigore pedagogico spesso associato alla sua figura. Eppure, testimonianze dell'epoca rivelano un Rodari affascinato dalle trame complesse e dalle tematiche universali, come il coraggio e l'amicizia, che emergevano da produzioni animate come "Goldrake".BR"Ricordo che ne parlava con entusiasmo", afferma la critica letteraria esperta di letteratura per l'infanzia, Anna Maria, *durante un convegno commemorativo.* "Era colpito dalla capacità di questi cartoni di affrontare temi importanti con un linguaggio accessibile ai bambini, pur mantenendo una certa sofisticazione narrativa".BRIl parallelismo tra le storie di Rodari e i cartoni animati giapponesi risiede nella capacità di entrambi di stimolare l'immaginazione e di proporre modelli positivi. Le sue favole, spesso ambientate in contesti fantastici, affrontano tematiche sociali e politiche con leggerezza e ironia, un approccio simile a quello riscontrabile in opere come "Astroboy" o "Capitan Harlock", che, pur ambientate in futuri distopici, offrono spunti di riflessione sulla natura umana e sulla responsabilità verso il prossimo.BRUn aspetto che ha portato il festival dedicato all'infanzia, Giocare a cielo aperto, a organizzare una rassegna speciale dedicata al rapporto tra Rodari e l'animazione giapponese, con proiezioni e dibattiti aperti al pubblico. L'evento si terrà presso il Teatro dei Piccoli a Roma, a partire da domani.```(