La maestra complice di Messina Denaro: arresto e immagini con il latitante

Professoressa di Mazara coinvolta nell'indagine su Messina Denaro: "Favorì la latitanza"
Una nuova figura emerge nell'ambito dell'inchiesta sulla latitanza di Matteo Messina Denaro: Floriana Calcagno, insegnante di un istituto superiore di Mazara del Vallo. L'indagine, condotta dalla Sisco e dal Ros, coordinata dalla procura di Palermo, ha svelato il suo presunto ruolo di supporto al boss mafioso. Secondo le risultanze investigative, la professoressa avrebbe favorito la latitanza di Messina Denaro.
L'arresto di Calcagno rappresenta un ulteriore tassello nel complesso mosaico che ricostruisce gli anni di clandestinità del superlatitante. Le indagini avrebbero portato al ritrovamento di fotografie che ritraggono la professoressa insieme a Messina Denaro, immagini che costituiscono una prova significativa del suo coinvolgimento. Non sono ancora stati resi noti dettagli specifici sulle modalità con cui Calcagno avrebbe aiutato il boss, ma l'accusa di favoreggiamento alla latitanza è particolarmente grave, prevedendo pene severe.
L'episodio sottolinea ancora una volta la capacità di Messina Denaro di infiltrarsi in diversi ambiti della società, costruendosi una rete di protezione fatta di complicità e connivenze. L'arresto della professoressa, dunque, non solo rappresenta un successo investigativo importante, ma getta anche una luce inquietante sulla pervasività della mafia nel tessuto sociale, anche in contesti apparentemente lontani dal mondo criminale. L'inchiesta prosegue a ritmo serrato per accertare l'eventuale coinvolgimento di altre persone nella rete di protezione creata intorno a Messina Denaro, e per ricostruire con precisione il ruolo svolto dalla professoressa Calcagno.
La notizia ha suscitato sconcerto e indignazione nella comunità di Mazara del Vallo, dove la professoressa era conosciuta per la sua attività professionale. L'istituto scolastico in cui insegnava ha emesso una nota di condanna nei confronti del comportamento della docente, ribadendo il proprio impegno nella lotta alla criminalità organizzata. Le indagini, coordinate dalla Procura di Palermo, proseguono per accertare ogni aspetto della vicenda e individuare eventuali altri complici.
Questo evento, ancora una volta, ricorda l'importanza della lotta contro la mafia e la necessità di una costante vigilanza per smantellare le reti di protezione che consentono ai latitanti di sfuggire alla giustizia.
Il percorso giudiziario è solo all'inizio e ulteriori sviluppi sono attesi nelle prossime settimane.
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