L'ipotesi di Trump: dividere l'Ucraina come Berlino nel dopoguerra

Kellogg e la spartizione dell'Ucraina: smentita su Twitter, ma l'ombra della divisione permane
Una dichiarazione del generale americano Keith Kellogg al Times, relativa alla possibilità di una divisione dell'Ucraina come soluzione di pace, ha scatenato un vero e proprio terremoto politico. Kellogg, in un'intervista rilasciata recentemente, avrebbe ipotizzato la suddivisione del Paese come possibile esito del conflitto, suggerendo addirittura che le truppe dei Volontari potessero fungere da "forza di rassicurazione" nell'Ucraina occidentale.
La notizia, diffusa a macchia d'olio, ha immediatamente sollevato un polverone. L'idea di una spartizione dell'Ucraina, paragonabile alla situazione di Berlino dopo il 1945, è stata definita da molti analisti come estremamente pericolosa e destabilizzante. L'immagine di un Paese diviso, con aree sotto il controllo di forze diverse, alimenta timori di un conflitto prolungato e di nuove tensioni.
Ma a gettare ulteriore benzina sul fuoco è arrivata la smentita dello stesso Kellogg su X (ex Twitter): "Mi riferivo a zone di responsabilità per gli alleati", ha scritto il generale, cercando di chiarire le sue parole. Tuttavia, la smentita non ha dissipato completamente le preoccupazioni. La vaghezza della precedente affermazione e la stessa necessità di una smentita pubblica hanno lasciato spazio ad interpretazioni contrastanti.
La dichiarazione di Kellogg richiama alla mente le ipotesi formulate in passato da alcuni esponenti dell'amministrazione Trump, che avevano apertamente sostenuto l'idea di una spartizione del territorio ucraino. L'ex inviato di Trump in Ucraina, avrebbe addirittura avanzato proposte concrete in questo senso, alimentando ulteriormente il dibattito su possibili scenari futuri. L'eventualità di una divisione del paese, anche se smentita, rimane un'ipotesi inquietante che getta un'ombra pesante sulle prospettive di pace.
L'incidente sottolinea la complessità e la delicatezza della situazione in Ucraina e l'importanza di una comunicazione chiara e precisa da parte dei leader mondiali. Le dichiarazioni ambigue, anche se successivamente smentite, possono alimentare speculazioni dannose e contribuire ad aggravare un conflitto già estremamente delicato. La necessità di una soluzione pacifica e duratura rimane prioritaria, ma la strada per raggiungerla sembra ancora lunga e tortuosa.
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