L'Ucraina divisa: il piano di Trump ispirato a Berlino Est-Ovest

Dividere l'Ucraina? La controversa proposta del generale Kellogg e la smentita su X
Un'intervista al Times ha acceso un acceso dibattito internazionale. Il generale americano Keith Kellogg, ex consigliere per la sicurezza nazionale del vicepresidente Mike Pence, ha evocato la possibilità di una spartizione dell'Ucraina come soluzione di pace, con le truppe dei Volontari a fungere da "forza di rassicurazione" nell'Ucraina occidentale. Una dichiarazione che ha immediatamente sollevato un polverone.
Kellogg, secondo quanto riportato dal quotidiano britannico, avrebbe prospettato uno scenario simile alla divisione di Berlino dopo la Seconda Guerra Mondiale, con zone di influenza distinte. L'idea, palesemente controversa, ha suscitato immediate reazioni, con molti che l'hanno definita inaccettabile e una grave minaccia all'integrità territoriale dell'Ucraina.
Ma la versione del generale è stata subito contestata. Su X, l'equivalente di Twitter, Kellogg ha pubblicato un chiarimento, affermando che le sue parole sono state mal interpretate. "Mi riferivo a zone di responsabilità per gli alleati, non a una divisione dell'Ucraina", ha scritto. Una smentita che, tuttavia, non è riuscita a placare le polemiche.
La proposta iniziale, attribuita a Kellogg, sembra riecheggiare le idee avanzate in passato da alcuni esponenti dell'amministrazione Trump, che avevano già suggerito la possibilità di una divisione del Paese, seppur senza trovare mai ampio consenso. La suggestione di una spartizione, anche se smentita, riapre un dibattito delicato sulle possibili soluzioni alla guerra in Ucraina e sulle implicazioni geopolitiche di lungo termine di un simile scenario.
La dichiarazione di Kellogg, anche nella sua versione "corretta", solleva comunque interrogativi sulla visione strategica di alcuni attori della scena internazionale riguardo al conflitto ucraino. L'ipotesi di una divisione del Paese, anche se solo accennata, rappresenta un potenziale fattore destabilizzante e alimenta le preoccupazioni su un prolungamento del conflitto e sulle sue conseguenze per la stabilità regionale.
La questione, dunque, resta aperta. Le parole di Kellogg, sia nella loro formulazione iniziale che nella successiva smentita, hanno alimentato un dibattito complesso e di estrema importanza per il futuro dell'Ucraina e per la sicurezza europea. Il monitoraggio degli sviluppi futuri sarà fondamentale per comprendere le implicazioni a lungo termine di questa controversa proposta.
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