Dazi: Trump si dice fiducioso, ma i sondaggi lo bocciano

L’ottimismo (forzato?) della Casa Bianca: la sfida alla Cina divide gli alleati
L'amministrazione Biden sta affrontando crescenti difficoltà nella sua strategia per contrastare l'ascesa economica e tecnologica della Cina. Mentre la Casa Bianca continua a ostentare un ottimismo, a tratti persino forzato, la realtà sul terreno dipinge un quadro ben più complesso e preoccupante. Le recenti dichiarazioni del Presidente, che si concentra sugli aspetti positivi della politica economica, stanno incontrando una crescente resistenza sia all'interno degli Stati Uniti che tra i Paesi alleati.La strategia di contenimento della Cina, basata su una combinazione di investimenti strategici, sanzioni mirate e cooperazione internazionale, non sembra raccogliere il consenso sperato. Molte aziende americane, preoccupate dalle conseguenze di una possibile guerra commerciale, si mostrano riluttanti a seguire le direttive dell'amministrazione, optando per una strategia più cauta e pragmatica. Questa situazione genera un clima di incertezza che danneggia gli investimenti e rallenta la crescita economica.
Anche all'estero, la linea dura nei confronti di Pechino sta trovando resistenze. Diversi Paesi alleati, in particolare quelli economicamente legati alla Cina, esprimono perplessità sulla strategia americana, preferendo una linea più diplomatica e meno conflittuale. La preoccupazione è che un eccessivo isolamento economico della Cina possa avere conseguenze negative per l'intera economia globale.
L'ombra di Trump incombe ancora. Le recenti affermazioni di Donald Trump sui dazi, che ha definito "una strategia vincente", seppur ampiamente smentite dai dati economici e dai sondaggi che lo penalizzano, rappresentano un ulteriore elemento di divisione e confusione. La mancanza di un approccio univoco e coerente rischia di indebolire la posizione degli Stati Uniti sulla scena internazionale e di favorire l'espansione dell'influenza cinese.
L'amministrazione Biden è dunque chiamata a una difficile operazione di diplomazia economica. Dovrà riuscire a convincere gli alleati della necessità di un fronte comune contro la Cina, senza però alienare ulteriormente gli interessi delle imprese americane e dei Paesi partner. Un compito arduo, che richiede una maggiore chiarezza strategica e una capacità di negoziazione molto più efficace di quella finora dimostrata. Il futuro della sfida geoeconomica con la Cina dipende in gran parte dalla capacità della Casa Bianca di superare questa fase di incertezza e di costruire un consenso più ampio e solido intorno alla sua strategia.
La situazione richiede un cambio di passo, un approccio più inclusivo e meno incline all'isolazionismo. Solo così gli Stati Uniti potranno affrontare con successo la sfida cinese e preservare la loro leadership globale. Il tempo stringe, e l'ottimismo non basta.
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