Made in Italy: la qualità come scudo contro i dazi, secondo Bankitalia

Made in Italy: la qualità come scudo contro i dazi, secondo Bankitalia

Crescita al rallentatore: l'Italia a rischio stallo tra inflazione e salari depressi

La stima di crescita per il 2023 si attesta allo 0,6%, una previsione che lascia ben poco spazio all'ottimismo. Tale proiezione, secondo gli esperti, non considera appieno né gli effetti di una possibile "pausa" nell'escalation della guerra in Ucraina, né al contrario, il rischio di una sua ulteriore intensificazione. Un quadro economico incerto, che si intreccia con una situazione sociale altrettanto preoccupante.

L'allarme principale arriva dal fronte salariale. I salari reali, infatti, si mantengono ancora inferiormente dell'8% rispetto ai livelli del 2021. Una situazione di forte disagio per le famiglie italiane, alle prese con un'inflazione che erode costantemente il potere d'acquisto. Questa disparità rappresenta un freno significativo alla ripresa dei consumi e, di conseguenza, alla crescita economica del Paese.

Di fronte a questo scenario, la Banca d'Italia evidenzia un aspetto positivo, seppur parziale: la capacità del made in Italy di resistere all'impatto dei dazi. "La qualità attenua l'impatto", afferma la Banca centrale, sottolineando la resilienza del settore manifatturiero italiano di alta gamma. Un'arma vincente, ma non sufficiente a compensare le debolezze strutturali dell'economia italiana.

La sfida per il governo è dunque quella di affrontare un'emergenza a due fronti: da un lato, la necessità di stimolare la crescita economica e, dall'altro, di contrastare il divario crescente tra salari e inflazione. Interventi mirati sul mercato del lavoro, politiche di sostegno al reddito e misure per favorire la competitività delle imprese appaiono come azioni necessarie per evitare un ulteriore peggioramento della situazione. La strada da percorrere è ancora lunga e tortuosa, e richiede un impegno determinato da parte delle istituzioni per garantire un futuro più roseo all'Italia.

Le prospettive, insomma, restano incerte. La crescita dello 0,6% rappresenta un dato minimo, potenzialmente destinato a subire ulteriori revisioni al ribasso in caso di peggioramento del quadro geopolitico o di una persistenza dell'inflazione. L'attenzione resta quindi massima sulle politiche economiche che il Governo metterà in atto nei prossimi mesi, e sulla capacità del sistema produttivo italiano di adattarsi alle sfide di un contesto internazionale sempre più complesso.

(11-04-2025 15:00)