**Salone del Mobile: dazi, un nodo da sciogliere. Chi finanzierà il futuro del Made in Italy?**

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Salone del Mobile: Tra Successo e Incertezze Globali
Milano - L'aria frizzante del Salone del Mobile di quest'anno è palpabile, un mix di ottimismo per la creatività esposta e preoccupazione per le nubi economiche all'orizzonte. Oltre 2.000 espositori si confrontano con un mercato che, dopo un gennaio in crescita del 7%, ora si interroga sul futuro.
"La domanda è: cosa succederà adesso?", si chiede un artigiano veneto, specializzato nella lavorazione del legno, durante una pausa tra gli appuntamenti con i buyer. BRIl suo stand, affollato di visitatori ammirati dalla qualità dei suoi prodotti, è un microcosmo del Made in Italy, un marchio che però teme ripercussioni dalle nuove politiche commerciali internazionali. BRLa questione dei dazi è un tema caldo. "Se i dazi aumentano, i costi lievitano. Chi pagherà per il Made in Italy? Noi? I clienti?", commenta un produttore di cucine di design, aggiungendo che un eventuale calo delle esportazioni potrebbe avere conseguenze gravi sul tessuto produttivo italiano.
La richiesta che si alza dagli stand è unanime: serve un sostegno finanziario concreto. Le aziende, soprattutto le piccole e medie imprese, necessitano di strumenti che le aiutino a competere in un mercato sempre più complesso e imprevedibile.BRUn designer milanese, noto per le sue collaborazioni con brand internazionali, sottolinea l'importanza di preservare l'eccellenza italiana, "Il nostro design è un valore aggiunto riconosciuto in tutto il mondo, ma dobbiamo proteggerlo".BRIl Salone del Mobile resta quindi una vetrina fondamentale per il settore, ma le ombre del protezionismo incombono e la speranza è che si trovino soluzioni per tutelare il Made in Italy e la sua capacità di generare ricchezza e occupazione.
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