Mantovano contro la magistratura: accuse di sviamento e paragone con le "toghe rosse"

Scontro acceso tra Governo e Magistratura sul tema migranti
Un duro scontro tra il sottosegretario al Consiglio Nazionale Forense, Francesco Mantovano, e l'Associazione Nazionale Magistrati (ANM) infiamma il dibattito sull'immigrazione. Mantovano ha accusato i giudici di contrastare la sovranità popolare nelle decisioni relative ai flussi migratori, definendo tale comportamento “uno sviamento dalla loro funzione, caso più grave delle toghe rosse”.
La replica da parte dell’ANM non si è fatta attendere. Il vice segretario, Giovanni Celli, ha invitato il governo, qualora ritenga limitato il potere giudiziario, a ricorrere alla Corte Costituzionale. Celli ha affermato che limitare l'azione della magistratura in questo ambito sarebbe un'azione grave e in contrasto con il principio di indipendenza della giustizia.
“Sui migranti, giudici contro la sovranità popolare”, ha tuonato Mantovano, rincarando la dose sulle affermazioni che hanno scatenato la polemica. Le sue parole, rilasciate in un'intervista, hanno immediatamente innescato un acceso dibattito politico e giudiziario. La gravità delle accuse mosse dal sottosegretario risiede nella presunta interferenza del potere giudiziario con la volontà popolare espressa, secondo Mantovano, attraverso le scelte politiche del governo in materia di immigrazione. Le sue parole, riprese da numerosi organi di stampa, hanno alimentato l'acceso confronto tra esecutivo e magistratura, già teso in altri ambiti.
Celli, nella sua replica, ha sottolineato l'importanza dell'indipendenza della magistratura, difendendo l'operato dei giudici. Ha ribadito che il compito dei magistrati è quello di applicare la legge, indipendentemente dalle pressioni politiche. L'invito a ricorrere alla Consulta evidenzia la volontà dell’ANM di affrontare la questione attraverso le vie istituzionali, cercando una soluzione che rispetti i principi costituzionali e garantisca l'indipendenza del potere giudiziario.
Lo scontro tra Mantovano e l'ANM si inserisce in un contesto più ampio di tensioni tra Governo e magistratura, alimentato da diverse questioni di grande rilevanza sociale e politica. La vicenda evidenzia la necessità di un dibattito sereno e costruttivo sulle delicate tematiche dell'immigrazione e del ruolo della magistratura nella società democratica. L'auspicio è che la discussione possa contribuire a chiarire le rispettive competenze e responsabilità, evitando ulteriori polarizzazioni e contribuendo invece a soluzioni condivise che tutelino sia i diritti dei migranti, sia il principio di legalità e di sovranità popolare.
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