Ecco una possibile riformulazione: **Trump isolato: scaricato da sponsor e sostenitori, lo accusano di danneggiare gli USA.**

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Trump sotto pressione: la fronda contro le tariffe si allarga
Washington, D.C. - La politica protezionistica dell'ex Presidente Donald Trump sta generando onde d'urto ben al di là della Silicon Valley. Un fronte inaspettato di oppositori, composto da pesi massimi del settore petrolifero, giganti della finanza e persino senatori repubblicani, sta emergendo per contestare apertamente le sue controverse tariffe.
La strategia di Trump, incentrata sull'imposizione di dazi doganali per proteggere l'industria americana, è sempre stata controversa. Tuttavia, le recenti mosse, considerate eccessive da molti, sembrano aver superato il limite, spingendo figure chiave del suo stesso partito e del mondo economico a prendere le distanze.
Fonti interne riferiscono di crescenti preoccupazioni tra i donatori repubblicani, preoccupati per l'impatto negativo delle tariffe sull'economia americana. "Così rovini l'America", avrebbe detto un anonimo finanziatore, secondo indiscrezioni trapelate alla stampa. I timori si concentrano sull'aumento dei costi per le imprese, sulla potenziale perdita di posti di lavoro e sull'innesco di guerre commerciali con partner strategici.
Il settore petrolifero, tradizionalmente allineato con il partito repubblicano, teme che le tariffe possano danneggiare la competitività delle esportazioni americane di energia. Anche alcuni senatori repubblicani, pur mantenendo un basso profilo, starebbero esercitando pressioni interne per un ripensamento della politica commerciale. La Casa Bianca, per il momento, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito.
La domanda che molti si pongono è se questo crescente dissenso interno riuscirà a scalfire la determinazione di Trump. Al momento, l'ex Presidente sembra irremovibile, ma la fronda dei suoi alleati e finanziatori potrebbe rappresentare una sfida significativa per il suo futuro politico.
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