Dazi: Salvini punta il dito contro Pechino, non contro Trump

Salvini torna all'Interno? Il Vicepremier replica, e punta il dito contro la Cina
Il vicepremier Matteo Salvini ha risposto oggi alle insistenti voci di un suo possibile ritorno al Ministero dell'Interno. Interpellato dai giornalisti a margine di un evento pubblico, Salvini ha glissato sulla questione, dichiarando di essere impegnato a pieno titolo nel suo attuale ruolo e concentrato sul lavoro di governo. Tuttavia, non ha smentito del tutto le indiscrezioni, limitandosi a un laconico: "Il futuro è imprevedibile, in politica più che altrove".La dichiarazione, seppur sibillina, ha riacceso il dibattito politico, alimentando le speculazioni su possibili rimpazzi di governo. L'attenzione dei media si concentra ora sulle dinamiche interne alla maggioranza e sulle possibili strategie del leader della Lega.
Nel corso della stessa conferenza stampa, Salvini ha affrontato anche la questione dei dazi, spostando l'attenzione dalla politica interna alle relazioni internazionali. Con parole dure, il leader leghista ha puntato il dito contro la Cina, affermando: "Il problema non è Trump, il problema è la Cina. È la Cina che sta creando un dislivello commerciale inaccettabile, che danneggia le imprese italiane e l'economia europea. Dobbiamo reagire con fermezza e difendere i nostri interessi nazionali".
Salvini ha poi sottolineato la necessità di una politica commerciale europea più forte e incisiva, capace di contrastare le pratiche commerciali sleali di alcuni Paesi. Ha inoltre ribadito l'importanza di proteggere le aziende italiane dalla concorrenza sleale, chiedendo al governo un impegno concreto in questa direzione. Le sue parole, pronunciate con tono deciso, hanno confermato la linea dura del leader leghista su tematiche economiche e commerciali internazionali, evidenziando un approccio protezionistico in linea con le sue posizioni tradizionali.
La situazione politica rimane quindi fluida, con le dichiarazioni di Salvini che aprono nuovi scenari sia sul fronte interno che su quello internazionale. Le prossime settimane saranno cruciali per comprendere l'evoluzione della situazione e le possibili decisioni del governo in merito alle questioni sollevate. Il dibattito pubblico è aperto e la tensione politica rimane alta.
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