Carrara (Tic): Social media, spazio anche per contenuti di qualità

Il racconto si evolve: dai media tradizionali ai social, un cambiamento epocale
Il modo di raccontare le storie è profondamente mutato. Se un tempo la narrazione era appannaggio quasi esclusivo dei media tradizionali, oggi la diffusione di informazioni e la condivisione di esperienze avvengono su una moltitudine di piattaforme, principalmente i social network. Questo cambiamento, analizzato durante un panel dedicato alla Rai al Ticino, ha evidenziato sfaccettature complesse e affascinanti.
Marco Carrara, conduttore del programma Time Line, ha sottolineato come anche i social media, spesso accusati di superficialità, possano ospitare contenuti di valore. La sua affermazione apre un dibattito cruciale: cosa raccontiamo di più e cosa di meno rispetto al passato?
Oggi assistiamo a una maggiore democratizzazione della narrazione. Non sono più solo i giornalisti a dettare l'agenda, ma chiunque possiede uno smartphone può condividere la propria prospettiva, la propria esperienza, la propria opinione. Questo ha portato, da un lato, a una maggiore pluralità di voci e a una maggiore rappresentatività delle diverse realtà sociali. Dall'altro, ha amplificato il rischio di disinformazione e di polarizzazione.
Nel passato, la selezione delle notizie era affidata a gatekeeper, figure professionali che filtravano le informazioni prima di renderle pubbliche. Questo processo, seppur imperfetto, garantiva un certo livello di controllo sulla qualità e sull'affidabilità delle informazioni. Oggi, la quantità di contenuti online è tale da rendere pressoché impossibile un simile controllo.
La velocità con cui le notizie si diffondono è un'altra grande differenza. Se un tempo le informazioni viaggiavano a una velocità più lenta, oggi si propagano in tempo reale, creando un ecosistema iper-connesso e talvolta caotico. Questo ha sia aspetti positivi, come la possibilità di reagire rapidamente a eventi in corso, sia aspetti negativi, come la proliferazione di notizie false e la diffusione di panico.
Il dibattito al Ticino ha evidenziato l'urgenza di sviluppare nuove competenze per navigare in questo mare magnum di informazioni. La capacità critica, la verifica delle fonti e la consapevolezza dei meccanismi di diffusione delle notizie sono diventate competenze fondamentali per tutti, cittadini e giornalisti. Il compito dei media tradizionali, concludeva Carrara, è quello di continuare a offrire un giornalismo di qualità, attento alla verifica delle fonti e al rispetto dei fatti, capace di guidare i cittadini attraverso la complessità della realtà digitale.
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