Travaglio e Orsini: un'altra piazza, altri scontri?

Tutte le ragioni per non partecipare alla manifestazione M5S a Roma: un'occasione persa
Domani a Roma, il Movimento 5 Stelle organizza una manifestazione che si autodefinisce pacifista e di sinistra. Ma le apparenze ingannano. Analizzando attentamente i promotori e gli obiettivi dell'evento, emergono serie ragioni per mantenersi ben lontani dalla piazza, indipendentemente dalle proprie posizioni politiche.
La presenza di figure come Marco Travaglio e Alessandro Orsini, in un contesto di presunta pacifica protesta, rappresenta un campanello d'allarme. Travaglio, noto per le sue posizioni spesso controverse e i suoi modi spesso aggressivi, e Orsini, oggetto di numerose critiche per alcune sue analisi sulla guerra in Ucraina considerate quanto meno controverse, conferiscono all'iniziativa un'aura di ambiguità difficile da ignorare.
Non si tratta semplicemente di una divergenza di opinioni, ma di una scelta politica che rischia di dare spazio a narrazioni che minimizzano la gravità del conflitto russo-ucraino o che addirittura ne giustificano le azioni. Questa ambiguità, soprattutto in un momento così delicato, non è accettabile per chi crede in una pace realmente fondata sulla giustizia e sul rispetto del diritto internazionale. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani stessa condanna l'aggressione e la violazione dei diritti umani.
Inoltre, l'evento sembra voler sfruttare il malcontento sociale per fini puramente strumentali. Si rischia di alimentare un clima di divisione e polarizzazione, anziché promuovere un dibattito costruttivo sulle reali cause delle difficoltà economiche e sociali che affliggono il Paese. Chi partecipa, quindi, rischia di essere strumentalizzato, diventando un mero strumento per alimentare una narrazione politica ben poco trasparente.
Infine, la scelta di manifestare sotto la bandiera del Movimento 5 Stelle, un partito che negli ultimi anni ha mostrato una certa instabilità e incoerenza politica, rende ancora più incerta l'effettiva portata e l'impatto dell'iniziativa. Partecipare a una manifestazione con un obiettivo così poco definito e con protagonisti così controversi significa rischiare di dare credito a una narrativa che non si addice né a un atteggiamento pacifista né a un approccio di sinistra realmente impegnato nella giustizia sociale e nella difesa dei diritti umani.
Per tutte queste ragioni, rimanere a casa domani è la scelta più responsabile e coerente. È tempo di promuovere un vero dialogo costruttivo e una mobilitazione politica basata su valori chiari e principi condivisi, lontani dalle ambiguità e dalle strumentalizzazioni di questo evento.
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