Kherson: droni russi usano civili come bersagli per addestrare i piloti

Mosca rivuole Kherson: caccia ai civili per addestrare i piloti di droni
Kherson, una città martoriata dalla guerra, è nuovamente nel mirino della Russia. Dopo la liberazione da parte delle forze ucraine nel novembre 2022, la regione è tornata sotto il fuoco nemico. Non si tratta solo di bombardamenti, ma di una strategia inquietante che sta emergendo dalle testimonianze raccolte sul campo: un vero e proprio "safari umano", con droni russi utilizzati per addestrare i piloti a colpire obiettivi civili.Secondo numerose fonti, tra cui organizzazioni umanitarie e attivisti locali, i droni vengono impiegati per sorvolare le aree popolate, simulando attacchi contro i civili. Questa pratica, oltre ad essere un crimine di guerra, genera un clima di terrore costante tra la popolazione, già provata da mesi di occupazione e di conflitto. La paura di un attacco imminente diventa un peso insopportabile per chi cerca di ricostruire le proprie vite tra le macerie.
Le testimonianze raccolte sono agghiaccianti. Si parla di droni che sorvolano a bassa quota i centri abitati, individuando e "marcando" i civili come bersagli. L'obiettivo, secondo gli esperti, è quello di addestrare i piloti russi a individuare e colpire obiettivi in movimento, migliorando le capacità di precisione dei loro attacchi. Questa strategia disumana non solo viola le leggi di guerra, ma rappresenta un atto di barbarie inaudito, che mira a terrorizzare e sottomettere la popolazione.
La comunità internazionale deve condannare fermamente queste azioni. È necessario un intervento immediato per porre fine a queste violazioni dei diritti umani e garantire la protezione dei civili a Kherson. Il silenzio internazionale di fronte a tali atrocità rappresenta una complicità inaccettabile. È fondamentale che le organizzazioni internazionali e i governi occidentali esercitino una maggiore pressione sulla Russia, affinché cessi immediatamente le ostilità e rispetti le leggi umanitarie internazionali.
La ricostruzione di Kherson è ostacolata non solo dalla distruzione materiale, ma anche da questa nuova forma di terrorismo psicologico. La popolazione vive nel terrore, e questo impedisce il ritorno alla normalità e la ricostruzione di una vita dignitosa. La situazione richiede un'azione immediata e decisa da parte della comunità internazionale per proteggere i civili e porre fine a questa barbarie. L'invio di osservatori internazionali indipendenti potrebbe contribuire a monitorare la situazione e a raccogliere prove sulle violazioni dei diritti umani.
La lotta per la liberazione di Kherson è lungi dall'essere conclusa. La battaglia si combatte non solo sul campo di battaglia, ma anche nella lotta contro il terrore instillato nella popolazione.
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