Tragedia nel campo: si apre il processo per la morte del bracciante. L'accusato si difende: "Non volevo ucciderlo".

Bracciante Indiano Morto: Inizia il Processo, Lovato si Difende
Si è aperto oggi il processo per la morte di Singh, il bracciante indiano trovato senza vita in un campo agricolo. Sotto accusa Antonello Lovato, l'imprenditore agricolo che aveva assunto Singh a giornata. L'aula del tribunale era gremita, con una forte presenza di rappresentanti della comunità indiana e attivisti per i diritti dei lavoratori.
La testimonianza di Lovato è stata al centro dell'udienza. "Mi sono trovato di fronte a una scena terribile," ha dichiarato con voce tremante. "Ho trovato Singh a terra, senza un braccio. È stato uno shock. Purtroppo, ammetto di aver perso la testa, non ero più in me." L'imputato ha continuato affermando di non aver mai voluto la morte del bracciante e che la sua perdita lo ha profondamente scosso.
La dinamica precisa dei fatti è ancora oggetto di indagine. La procura ipotizza un incidente sul lavoro aggravato da negligenza e imperizia. La difesa, invece, punta a dimostrare l'assenza di dolo e a chiarire le circostanze che hanno portato al tragico evento.
Il processo si preannuncia lungo e complesso. La prossima udienza è prevista tra due settimane, con l'audizione di nuovi testimoni e la presentazione di ulteriori prove.
La vicenda ha sollevato un'ondata di indignazione e riacceso il dibattito sulle condizioni di lavoro dei braccianti agricoli, spesso sfruttati e sottopagati. Numerose associazioni hanno promesso di seguire da vicino il processo e di garantire che venga fatta giustizia per Singh.
Resta alta l'attenzione sul caso, che mette in luce le problematiche del lavoro stagionale e la necessità di maggiori controlli per la sicurezza nei campi.
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