Birmania, grattacielo e morte: la testimonianza di un sopravvissuto.

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Tragedia a Firenze: il racconto di un sopravvissuto dal cantiere
Firenze - Un racconto straziante emerge dalle macerie del cantiere edile crollato oggi a Firenze. Un operaio birmano, che chiameremo *Zaw*, ci ha raccontato con voce tremante la sua esperienza: "Eravamo stati assunti solo il giorno prima, eravamo in otto in quel punto. Non so neanche se siamo assicurati, ho paura".
Zaw, scampato miracolosamente alla tragedia, è visibilmente sotto shock. "Nel mio Paese non posso tornare. Prima c'era il conflitto, ora il terremoto... Ho perso la mia casa, i miei cari. Ora ho perso anche i miei amici, i miei compagni di lavoro. Eravamo insieme da poco, ma eravamo diventati una famiglia".
La situazione per molti lavoratori immigrati è particolarmente delicata. Molti, come Zaw, si trovano in Italia in cerca di una vita migliore, fuggendo da situazioni di estrema difficoltà nei loro paesi d'origine. La mancanza di tutele e la precarietà del lavoro edile li espongono a rischi ancora maggiori.
"Lavoravo nel cantiere del grattacielo. Eravamo a lavoro per costruire delle solette. Poi è successo tutto in un attimo. Un rumore fortissimo e poi il buio", continua Zaw, che al momento è assistito dai soccorritori e da mediatori culturali. L'uomo appare confuso e disorientato. Ha bisogno di assistenza psicologica.
Le autorità stanno indagando sulle cause del crollo. Si parla di un cedimento strutturale, ma le indagini sono ancora in corso. La priorità, al momento, è la ricerca dei dispersi e il sostegno alle famiglie delle vittime.
Il caso di Zaw solleva interrogativi sulla sicurezza nei cantieri e sulla necessità di garantire maggiori tutele ai lavoratori, soprattutto quelli più vulnerabili. La sua testimonianza è un grido d'allarme che non può essere ignorato.
I sindacati hanno già annunciato uno sciopero per protestare contro le morti sul lavoro.
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