Erdogan e Putin al telefono, mentre un legale di Imamoglu e un giornalista svedese finiscono in manette in Turchia.

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Nuova Stretta sulla Stampa in Turchia: Arresti a Istanbul
Istanbul, Turchia - Un'alba movimentata per il giornalismo turco e internazionale. Questa mattina, nel corso di un'operazione di polizia su larga scala, sono stati arrestati altri due giornalisti a Istanbul. L'operazione, secondo fonti locali, rientra in una più ampia repressione nei confronti di chi sta documentando le imponenti proteste che scuotono la Turchia da giorni, le più significative degli ultimi dieci anni.
Tra gli arrestati figura, oltre a un avvocato di nome Imamoglu impegnato nella difesa di manifestanti, anche un reporter svedese, la cui identità non è stata ancora resa nota ufficialmente dalle autorità. La notizia ha destato immediata preoccupazione a livello internazionale, con diverse organizzazioni per la difesa della libertà di stampa che hanno espresso forte condanna.
Le proteste, scatenate inizialmente da questioni ambientali e sociali, si sono rapidamente trasformate in una più ampia contestazione del governo e delle sue politiche. Le immagini delle manifestazioni, spesso caratterizzate da scontri con le forze dell'ordine, hanno fatto il giro del mondo, alimentando un acceso dibattito sulla situazione politica e sociale in Turchia.
Parallelamente agli arresti, fonti diplomatiche confermano di una telefonata intercorsa oggi tra il Presidente russo Vladimir Putin e il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Al momento non sono trapelate indiscrezioni sul contenuto della conversazione, ma è lecito supporre che la situazione interna turca e le ripercussioni internazionali siano state tra i temi affrontati.
La situazione è in rapida evoluzione e continuiamo a monitorare gli sviluppi. Resta alta la tensione e si temono nuove ondate di arresti nei prossimi giorni.
Ulteriori informazioni sulla situazione generale in Turchia sono disponibili sul sito del Ministero degli Affari Esteri: www.esteri.it
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