Il corpo che urla: attualità e femminismo dell'horror corporeo

Il Ritorno del Corpo Deformato: Body Horror, un Genere Attuale e Femminista
Il cinema horror, da sempre specchio delle paure sociali, sta vivendo una rinascita di un sottogenere particolarmente inquietante: il body horror. Non si tratta solo di mostri e alieni, ma di una trasformazione radicale del corpo umano, spesso legata a tematiche sociali e politiche, rendendolo sorprendentemente attuale, e inaspettatamente, femminista.
Dalle opere seminali di David Cronenberg, come La mosca e Videodrome, che esploravano le conseguenze della tecnologia e della degradazione umana, fino al recente successo di The Substance, la derivazione del corpo – spesso femminile – diventa un potente simbolo di violenza, controllo e sopratutto, resistenza.
The Substance, ad esempio, non è solo un film sugli effetti devastanti di una misteriosa sostanza, ma una metafora della precarietà della condizione femminile, della sua sottomissione e della lotta per l'autodeterminazione. La trasformazione fisica delle protagoniste diventa la rappresentazione visiva di un'esperienza di dolore e sopraffazione, ma anche di un'inesorabile spinta alla sopravvivenza e alla ribellione.
Questo genere, che affonda le radici in opere letterarie classiche e in miti antichi, si differenzia dall'horror tradizionale per la sua focalizzazione sulla trasformazione organica. Non è tanto la paura dell'ignoto o del soprannaturale, ma la repulsione verso la deformazione del corpo, la perdita di controllo e l'incapacità di riconoscersi. Questo disagio, oggi, risuona profondamente con le inquietudini legate alle nuove tecnologie, alle manipolazioni genetiche e alla crescente consapevolezza delle vulnerabilità del corpo femminile.
Il body horror, in questa sua veste contemporanea, si presta a una lettura femminista. La mutazione del corpo, la sua violazione, spesso rappresentata attraverso immagini esplicite e disturbanti, non è più solo un puro esercizio di shock value, ma una denuncia delle violenze subite dalle donne, una rappresentazione della loro lotta per la propria autonomia e la propria integrità fisica e psicologica.
L'attualità di questo genere non sta solo nella sua capacità di riflettere le ansie contemporanee, ma anche nella sua audacia. Il body horror non si limita a rappresentare la paura, ma la usa come strumento per esplorare temi complessi e scomodi, offrendo una prospettiva critica sulla società e sulle sue disuguaglianze. È un cinema che scuote, che disturba, ma che allo stesso tempo ci obbliga a confrontarci con la nostra stessa fragilità e la necessità di proteggere la nostra umanità, soprattutto nella sua più vulnerabile espressione.
Il corpo è il campo di battaglia, e il body horror, in questo 2024, ci ricorda che la lotta per l'autodeterminazione passa anche attraverso la rappresentazione e la rivendicazione della sua integrità.
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