Ue contro i dazi: von der Leyen sceglie soia e pollame USA

La Commissione Europea trema ancora: la minaccia Trump sui vini europei e la risposta soft di von der Leyen
La Commissione Europea continua a fare i conti con il fantasma delle minacce protezionistiche dell'era Trump. Seppur l'ex presidente americano non sia più al potere, l'ombra dei dazi fino al 200% su vino e champagne europei, prospettati durante la sua presidenza, incombe ancora sulle esportazioni del Vecchio Continente. Questa spada di Damocle ha spinto l'UE a cautela e a una strategia di risposta finora piuttosto soft.La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha infatti presentato una prima lista di prodotti americani colpiti da dazi di ritorsione, decisamente meno aggressiva di quanto si potesse aspettare. Si tratta di una scelta ponderata, che cerca un equilibrio tra la necessità di difendere gli interessi dell'industria europea e la volontà di evitare una vera e propria guerra commerciale.Nella lista, che fa seguito ad una lunga disputa sul sostegno pubblico all'Airbus, si trovano soprattutto prodotti agricoli: soia dalla Louisiana e pollame dal Nebraska sono finiti nel mirino dei dazi Ue. Una scelta che, secondo gli analisti, punta a limitare l'impatto sulle relazioni transatlantiche e a mantenere aperto uno spiraglio per il dialogo.
"Non si tratta di una ritorsione aggressiva, ma di un segnale chiaro che l'Unione Europea non si lascia intimidire", ha dichiarato un alto funzionario della Commissione, preferendo rimanere anonimo. La scelta di colpire settori specifici, invece di adottare misure più ampie, sembra indicare una strategia di negoziazione calibrata, che punta a trovare una soluzione diplomatica alla controversia.
Tuttavia, la minaccia latente dei dazi sulle bevande alcoliche rimane un'incognita importante per il settore vinicolo europeo, un settore che genera miliardi di euro di export e migliaia di posti di lavoro. L'attenzione resta alta, in attesa di sviluppi ulteriori nella delicata relazione commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea. La situazione evidenzia la complessità delle relazioni commerciali internazionali e la necessità di una politica commerciale europea strategica e reattiva alle sfide globali.
La risposta soft della von der Leyen, quindi, è un segnale di cautela, ma anche un avvertimento: l'Unione Europea è pronta a difendere i suoi interessi, ma preferisce farlo attraverso un approccio pragmatico e meno conflittuale. Il futuro delle relazioni commerciali transatlantiche, e il destino di vini e champagne europei, restano però ancora incerti. L'attenzione è rivolta ora all'evoluzione della situazione e alla possibile risposta degli Stati Uniti.
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