Ecco un'alternativa: **Francobollo contestato: Andreotti e Forlani bocciano l'idea. "La Prima Repubblica? Non solo scandali."**

Stefano Andreotti: "La DC deve diventare storia, non cronaca"
Roma, [Data odierna] - "Non sono sorpreso dai bastoni, me lo aspettavo," ha dichiarato Stefano Andreotti in merito alle recenti polemiche che hanno coinvolto la Democrazia Cristiana. Il figlio del compianto Giulio Andreotti si è espresso in maniera netta durante un incontro informale, sottolineando la necessità per la DC di uscire definitivamente dalla cronaca politica e assumere il ruolo di capitolo fondamentale nella storia del Paese.
Andreotti ha poi commentato la proposta, avanzata da alcuni settori politici, di realizzare un francobollo commemorativo dedicato alla figura di suo padre e all'ex segretario democristiano Arnaldo Forlani: "Ritengo che non sia il momento opportuno. Ci sono ancora troppe ferite aperte e troppe interpretazioni divergenti sul ruolo della DC nella storia italiana. Un francobollo commemorativo rischierebbe di riaccendere polemiche sterili e divisive."
Interpellato sulla percezione della Prima Repubblica come un periodo segnato esclusivamente dalla corruzione e dal malaffare, Stefano Andreotti ha replicato con fermezza: "È una visione parziale e distorta. La Prima Repubblica è stata anche un periodo di grande sviluppo economico e sociale, di conquiste civili e di impegno internazionale. Non si può ridurre un'epoca così complessa a una mera questione di scandali e corruzione. Certo, ci sono state delle ombre, ma non si può oscurare il sole."
Andreotti ha concluso il suo intervento auspicando un dibattito sereno e approfondito sulla storia della Democrazia Cristiana, libero da pregiudizi ideologici e strumentalizzazioni politiche. "È necessario ricostruire la verità storica sulla DC, senza indulgenze ma anche senza demonizzazioni. Solo così potremo comprendere appieno il nostro passato e costruire un futuro migliore."
Resta da vedere se le parole di Stefano Andreotti riusciranno a placare le polemiche e a favorire una riflessione più obiettiva sul ruolo della Democrazia Cristiana nella storia italiana. Quel che è certo è che il dibattito è tutt'altro che chiuso.
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