Unicredit su Bpm: Orcel frena, l'acquisizione solo se conveniente

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L’Eba silente, Unicredit approva stipendio Orcel e aumento di capitale

Piazza Meda, Milano - Un’assemblea degli azionisti di Unicredit dai toni accesi, segnata da una significativa assenza di risposte da parte dell'Eba (Autorità bancaria europea) riguardo allo “sconto danese” sulle azioni della banca. La questione, che ha sollevato forti perplessità tra gli investitori, è rimasta irrisolta, lasciando un senso di incompletezza e frustrazione tra i presenti.

Nonostante il silenzio dell’Eba, l’assemblea ha approvato altri punti cruciali dell’ordine del giorno. Tra questi, l'approvazione dello stipendio dell'amministratore delegato Andrea Orcel, che ha suscitato un acceso dibattito, e l'aumento di capitale. La decisione di ratificare la remunerazione di Orcel, seppur contestata da alcuni azionisti, è stata approvata con una maggioranza significativa, confermando la fiducia del consiglio di amministrazione nel suo operato.

Orcel, intervenuto durante l'assemblea, ha ribadito la strategia di Unicredit, affermando che l'eventuale acquisizione di Bpm avverrà solo se "creerà valore per i nostri azionisti". Una dichiarazione che lascia intendere una certa cautela e la volontà di procedere con una valutazione attenta e ponderata delle implicazioni di un'operazione di tale portata. Il CEO ha poi espresso soddisfazione per la gestione del caso Anima, dichiarando che "su Anima avevamo ragione", a sottolineare la correttezza della strategia adottata in passato.

L’aumento di capitale, anch’esso approvato, si inserisce nel piano strategico della banca e dovrebbe fornire ulteriori risorse per finanziare la crescita e rafforzare la posizione di Unicredit nel panorama bancario europeo. La cifra esatta non è stata specificata nel comunicato stampa diramato a fine assemblea, ma si prevede che consentirà alla banca di affrontare le sfide del mercato con maggiore solidità.

La mancanza di chiarezza sulla posizione dell’Eba riguardo allo “sconto danese” rimane però un punto dolente. La questione necessita di una risposta chiara e tempestiva da parte dell'autorità di vigilanza per garantire trasparenza e fiducia nel mercato. Gli investitori, infatti, attendono con ansia ulteriori chiarimenti per poter valutare al meglio la situazione e prendere decisioni consapevoli sul loro investimento in Unicredit.

L'assemblea si conclude così lasciando un'eredità complessa: l'approvazione di decisioni importanti, ma anche una forte sensazione di incompletezza legata alla mancanza di risposta da parte dell’Eba. Il futuro di Unicredit, e la chiarezza sulle sue strategie, dipende ora anche dalla risoluzione di questa questione aperta.

(27-03-2025 11:31)