**"L'Avvocatura: il suicidio non rientra tra le libertà fondamentali."**

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Eutanasia, l'Avvocatura: "Suicidio non è un diritto". Nessun obbligo per i medici
Roma, [Data odierna] - Il dibattito sull'eutanasia e il suicidio assistito si infiamma ulteriormente, con una presa di posizione netta da parte dell'Avvocatura. L'istituzione forense ha espresso forte preoccupazione in merito alle recenti sentenze e proposte di legge che sembrano allargare le maglie della legislazione in materia, sottolineando come il suicidio non possa essere considerato un diritto e che non possa esistere un obbligo per i medici di concorrere a pratiche eutanasiche.
"Stiamo assistendo a una pericolosa deriva, un'interpretazione distorta della dignità umana che rischia di minare le fondamenta del nostro ordinamento giuridico," ha dichiarato il Presidente dell'Avvocatura. "La vita è un valore indisponibile, tutelato dalla Costituzione, e non possiamo accettare che venga banalizzata in questo modo. Non si tratta di accanimento terapeutico, ma di garantire il diritto alle cure palliative e all'accompagnamento nel fine vita."
L'Avvocatura, inoltre, ha ribadito la necessità di tutelare l'obiezione di coscienza dei medici, affermando che nessun professionista sanitario può essere obbligato a compiere atti contrari ai propri principi etici e deontologici. "Imporre un obbligo del genere significherebbe violare la libertà di coscienza e compromettere il rapporto di fiducia tra medico e paziente," ha proseguito il Presidente.
La posizione dell'Avvocatura si inserisce in un contesto politico e sociale particolarmente acceso, con diverse iniziative legislative in discussione e un crescente dibattito pubblico sul tema del fine vita. Resta da vedere quali saranno gli sviluppi futuri e se il legislatore terrà conto delle preoccupazioni espresse dall'Avvocatura.
L'Associazione "Luca Coscioni", da sempre in prima linea nella battaglia per la legalizzazione dell'eutanasia, ha replicato alle affermazioni dell'Avvocatura, definendole "anacronistiche" e "distanti dalla realtà". "Il suicidio assistito è una scelta di libertà, un diritto fondamentale per chi si trova in condizioni di sofferenza insopportabile," ha affermato un portavoce dell'associazione. "Negare questa possibilità significa condannare le persone a una vita di dolore e disperazione."
Il confronto si preannuncia dunque ancora lungo e complesso, con posizioni ideologiche e giuridiche fortemente contrastanti.
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