Ecco una riformulazione del titolo: **"Adolescence: Lancini analizza la crisi dei punti di riferimento giovanili."**

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Adolescenti Smarriti: Quando il Successo Televisivo Riflette la Crisi dei Modelli
La società contemporanea si interroga sempre più spesso sul disagio giovanile, un malessere che sembra amplificarsi nonostante (o forse a causa di) una sovrabbondanza di stimoli e opportunità. Ma cosa succede quando i punti di riferimento tradizionali vacillano e i giovani si trovano a navigare in un mare di incertezze?
Quest'anno, il dibattito si è arricchito grazie al saggio di Alberto Lancini, psicoterapeuta e autorevole voce nel campo dell'adolescenza. Nel suo lavoro, intitolato "La serie Adolescence svela la fine dei punti di riferimento", Lancini analizza come anche il successo di serie televisive apparentemente innocue possa celare una profonda crisi identitaria. La popolarità di certi format, secondo lo psicoterapeuta, non è casuale, ma riflette la ricerca, spesso disperata, di modelli in un mondo in rapida trasformazione.
"Assistiamo a un'evaporazione dei riti di passaggio," afferma Lancini, "e questo lascia i ragazzi disorientati, privi di una bussola per orientarsi nel futuro." Il problema, sottolinea, non è l'assenza di modelli in sé, ma la loro frammentazione e la difficoltà di identificarne di autentici e significativi. I modelli proposti dai media, spesso patinati e irraggiungibili, finiscono per generare frustrazione e un senso di inadeguatezza.
La difficoltà di discutere apertamente delle proprie emozioni, un altro tema centrale nel saggio di Lancini, contribuisce ad alimentare il disagio. I ragazzi, soprattutto quelli che appaiono più "di successo", faticano a esprimere le proprie fragilità per paura di essere giudicati o di deludere le aspettative altrui. Questo silenzio interiore può avere conseguenze devastanti, portando a forme di isolamento e a comportamenti autodistruttivi.
Il lavoro di Lancini invita a una riflessione profonda sul ruolo degli adulti – genitori, educatori, media – nel supportare i giovani in questa fase delicata della vita. Non basta offrire modelli preconfezionati o soluzioni semplicistiche, sottolinea lo psicoterapeuta, ma è necessario creare spazi di ascolto e dialogo autentico, dove i ragazzi possano sentirsi liberi di esprimere le proprie emozioni e di costruire la propria identità in modo consapevole e responsabile. La sfida, dunque, è quella di aiutare i giovani a trovare la propria strada, non indicandogliela, ma accompagnandoli nel percorso.
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