Gaza: rabbia popolare contro Hamas

Secondo giorno di proteste contro Hamas: Gaza in fiamme
Gaza City, 15 Ottobre 2023 - La Striscia di Gaza è nuovamente teatro di violente proteste, giunte al secondo giorno consecutivo. Questa volta, la rabbia popolare non è diretta contro Israele, ma contro il governo di Hamas, accusato di incapacità e mala gestione della situazione dopo l'attacco del 7 ottobre. La popolazione, esasperata dalla mancanza di cibo, medicine e dalle difficoltà quotidiane, sta manifestando con forza la sua frustrazione.
"Non ce la facciamo più!", grida Abu Omar, un commerciante di Gaza City incontrato tra la folla. "Hamas ci ha promesso ricostruzione, ci ha promesso aiuto, ma non abbiamo visto nulla. I nostri negozi sono distrutti, le nostre case sono danneggiate, e nessuno ci aiuta. Questa non è una guerra, questa è una tragedia causata anche dalla loro incapacità."
Le proteste, inizialmente sporadiche, si sono rapidamente diffuse in diverse zone della Striscia, con dimostranti che hanno bloccato strade principali e incendiato pneumatici. Sono stati segnalati scontri con le forze di sicurezza di Hamas, con un bilancio ancora incerto di feriti. Testimoni oculari riportano un uso eccessivo di forza da parte delle autorità.
La situazione umanitaria rimane critica. Secondo l'ONU, milioni di persone nella Striscia di Gaza necessitano di aiuti umanitari urgenti. La mancanza di elettricità, acqua potabile e beni di prima necessità aggrava ulteriormente la situazione già precaria. Le organizzazioni internazionali stanno lavorando per fornire aiuti, ma l'accesso rimane difficile a causa della situazione di sicurezza.
La frustrazione nei confronti di Hamas non è una novità, ma la situazione attuale, caratterizzata dalla devastazione post-conflitto e dalla mancanza di risposte concrete da parte del governo, sembra aver fatto traboccare il vaso. Molti manifestanti chiedono maggiore trasparenza e responsabilità da parte di Hamas nella gestione degli aiuti internazionali e nella ricostruzione della Striscia.
"Hamas ci ha usato come scudo umano e ora ci abbandona al nostro destino", afferma Amira, una giovane donna che partecipa alle proteste. "Vogliamo giustizia, vogliamo trasparenza, vogliamo un futuro migliore. Non ci lasceremo calpestare ancora."
La situazione rimane estremamente tesa e è probabile che le proteste continuino nei prossimi giorni. La comunità internazionale è chiamata a monitorare attentamente la situazione e a garantire che gli aiuti umanitari raggiungano la popolazione in difficoltà, al di là delle tensioni politiche.
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