Cassazione conferma condanna per Olindo Romano e Rosa Bazzi nel caso di Erba

Strage di Erba: Cassazione conferma condanna per Bazzi e Romano, la reazione di Tarfusser e Castagna
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato contro la sentenza della Corte d'Appello di Brescia, confermando definitivamente la condanna all'ergastolo per Olindo Romano e Rosa Bazzi per la strage di Erba. Una decisione che ha suscitato reazioni contrastanti. "La giustizia ha perso", ha dichiarato con amarezza Giuseppe Tarfusser, legale della famiglia Olsoni, vittime della terribile mattanza del 2006. Il legale ha espresso profonda delusione per l'esito del ricorso, sottolineando come, a suo avviso, siano rimasti ancora molti punti oscuri nella vicenda.
Di tutt'altro avviso Giuseppe Castagna, legale di parte civile che rappresenta alcuni parenti delle vittime. "Sono semplicemente felice", ha affermato Castagna, esprimendo soddisfazione per la conferma della sentenza. Per lui, la decisione della Cassazione rappresenta la chiusura definitiva di un capitolo doloroso e travagliato, restituendo, almeno in parte, giustizia alle vittime e ai loro familiari.
La strage di Erba, avvenuta la notte tra il 10 e l'11 dicembre 2006, vide la morte di sei persone, tra cui tre bambini. La sentenza di condanna per Romano e Bazzi è stata oggetto di accesi dibattiti e numerose richieste di revisione nel corso degli anni. L'udienza di oggi alla Cassazione conclude, almeno per quanto riguarda il percorso giudiziario, questo lungo e doloroso iter, lasciando però aperta la ferita di un dolore immenso nelle famiglie delle vittime e sollevando ancora interrogativi nella mente di molti.
La decisione della Suprema Corte, seppur definitiva dal punto di vista giudiziario, non chiude completamente il capitolo della strage di Erba. Rimane vivo il dibattito sulla ricostruzione dei fatti e sulla effettiva responsabilità dei condannati, un dibattito che probabilmente accompagnerà la memoria di questa tragedia per lungo tempo. La ricerca della verità, spesso complessa e lacunosa, continua ad essere un argomento cruciale e di grande rilevanza sociale.
La vicenda, seguita con attenzione dall'opinione pubblica per anni, pone ancora una volta l'accento sulla necessità di una giustizia efficace e capace di dare risposte certe, soprattutto nei casi di delitti così efferati e complessi. La sentenza della Cassazione, pur ponendo un punto fermo sul piano giuridico, lascia aperta la riflessione sulle complessità del processo investigativo e sulle difficoltà nell'accertamento della verità in casi di tale gravità.
(