Tiktoker insultata, la morte di Alexandra Garufi commuove il web

Sesto San Giovanni: dopo la tragedia di Alexandra Garufi, si alza la voce contro l'odio online
La morte di Alexandra Garufi, giovane tiktoker vittima di un'incessante campagna di odio online, ha scosso profondamente Sesto San Giovanni. Il sindaco Roberto Di Stefano ha lanciato un appello accorato, chiedendo una lotta più decisa contro il cyberbullismo e l'hate speech che, a suo dire, spingono i giovani a gesti estremi. "Non possiamo rimanere inermi di fronte a questa violenza digitale" ha dichiarato Di Stefano, sottolineando la necessità di un'azione coordinata tra istituzioni, scuole e famiglie per contrastare un fenomeno sempre più diffuso e pericoloso. "Occorre intervenire con forza, prima che altre tragedie si verifichino".
Anche l'Arcigay si è unita al coro di condanna, offrendo il proprio supporto a chi si trova in situazioni di pericolo. "Possiamo aiutare chi è in pericolo", ha dichiarato un rappresentante dell'associazione, sottolineando l'importanza di creare una rete di protezione per le persone più vulnerabili al cyberbullismo, in particolare persone LGBTQIA+ spesso bersaglio di attacchi omofobi e transfobici.
La senatrice Monica Scalfarotto (Italia Viva) ha invece evidenziato la necessità di una maggiore comprensione delle difficoltà affrontate dalle persone transgender. "Si sottovaluta tantissimo il percorso difficilissimo che fanno le persone trans, un percorso fatto di discriminazioni e violenze che spesso si traducono in gravi conseguenze psicologiche". Scalfarotto ha poi aggiunto l'importanza di promuovere campagne di sensibilizzazione nelle scuole e sui media per contrastare i pregiudizi e promuovere l'inclusione.
Intanto, sui social network, la solidarietà per Alexandra Garufi è traboccante. Migliaia di messaggi di cordoglio e di condanna contro gli hater hanno invaso le piattaforme online, testimoniando la profonda commozione per la giovane tiktoker. La sua tragica scomparsa rappresenta un monito: l'odio online non è un gioco, ma una violenza che può avere conseguenze devastanti. È fondamentale, più che mai, agire con tempestività e determinazione per proteggere i giovani e contrastare questo pericolo crescente.
La vicenda di Alexandra Garufi non deve rimanere un caso isolato. Serve un impegno collettivo, un cambio di passo nella lotta contro l'odio online, per garantire un futuro più sicuro per le nuove generazioni. È necessario lavorare sulla prevenzione, sulla formazione e sulla repressione, perché il silenzio è complicità. Bisogna agire ora, prima che altre vite siano spezzate dalla violenza digitale.
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